
Umberto Micheletti aveva 91 anni ed era conosciuto in città come ‘Il conte’ per il modo di vestirsi e rapportarsi con le persone, distinto e signorile con tutti
Amante della vita, del buon cibo e dell’arte. Si è spento domenica tra le braccia della sua famiglia Umberto Micheletti, conosciuto in città come ‘Il conte’ per il modo di vestirsi e rapportarsi con le persone, distinto e signorile con tutti. Micheletti è venuto a mancare all’età di 91 anni, di cui la maggior parte vissuti a Carrara.
Nato il 13 febbraio 1934 nel palazzo in piazza dell’Accademia, era cresciuto nello storico vicolo Dell’Arancio. L’uomo era molto noto in città, soprattutto nel centro storico. Con un passato da militare negli alpini, si dice avesse una mira da falco, Micheletti ha poi trascorso l’intera carriera professionale nell’azienda Gaspari Menotti, dove per 43 anni è stato responsabile amministrativo. Fervente ambientalista faceva parte di Italia Nostra.
"Amava la vita, oltre alla buona tavola - lo ricorda la nipote Ilaria Congiu - e tra le sue passioni, figuravano sicuramente l’arte, la letteratura e la musica. Gli piaceva collezionare libri e articoli di giornale. Abbiamo ricevuto le condoglianze anche dal vecchio responsabile della Garzanti".
Proprio la nipote ha voluto ricordarlo con una poesia: "Quello che resta, è il sapore di te. Quella stanza in cui mi raccontavi storie, quella sedia in cui ti sedevi per scrivere, quello sgabuzzino in cui mi nascondevo con la luce accesa. Una camicia che adesso stringo a me, per non dimenticare com’era abbracciarti forte a me. Una stanza improvvisamente vuota e silenziosa, ma se allungo un po’ l’udito, riesco ancora a percepire il tuo respiro che si mischia a una sinfonia. Pile di agende, libri e articoli di giornale che hai collezionato per me, perché sapevi che un giorno avrei cercato quello che resta di te. Una foto in bianco in nero in cui stringi la mia mano, tu che le avevi sempre calde e volevi che lo fossero anche le mie. Una moglie che ti parla, due figlie che ti cercano e una nipote che ti scrive. Quello che resta di te è tutto questo ammasso di gente che parla di te, ma che di te non sapeva ormai più niente. Una mia lacrima cristallizzata su una targhetta con il tuo nome. Sconosciuti che ti vedono passare e ti salutano con un segno della croce. Un petalo di garofano rosso caduto dal legnoso involucro che ti racchiude. Quello che resta di te è così fugace, che ho quasi paura di dimenticare, di dimenticarti...".
Micheletti lascia la moglie Cristina Costi, le figlie Anna e Nicoletta, le nipoti Ilaria e Mariapia e il genero Francesco. L’uomo sarà cremato a Turigliano, domani alle 14.
Daniele Rosi