
Il potenziamento dell'aeroporto di Massa-Cinquale solleva critiche da ambientalisti e cittadini per l'impatto su ecosistema e cultura locale.
L’aeroporto di Massa-Cinquale come una piccola Malpensa? Alle perplessità, per non dire alla contrarietà, del sindaco di Montignoso Lorenzetti e del Pd, si aggiungono anche gli ambientalisti e in particolare la società Amici di Ronchi-Poveromo. "Il sindaco Persiani afferma che porterà benefici in termini economici – dice Luca Bergamaschi del direttivo dell’associazione – e ci permetterà di “guardare con fiducia al futuro, consapevoli delle potenzialità strategiche dell’aeroporto per lo sviluppo del territorio, della città e dell’intera area circostante". E’ pleonastico ricordare che non saremo noi ad avere vantaggio dal potenziamento dello scalo ma Forte dei Marmi? A noi rimarranno i clamori, l’aumento del traffico, la cementificazione".
Bergamaschi, 75 anni, fa parte di una delle famiglie più antiche e conosciute di Poveromo, al pari di Venturi e Colombini. Vive a Milano ma ogni estate torna nella casa di famiglia. La sua analisi è impietosa. "L’aeroporto – dice – si colloca ai margini della macchia di Ronchi-Poveromo. Qualcuno, a Massa, conosce vagamente quella zona, la sua storia, le sue caratteristiche naturali, la sua alterità all’interno del territorio apuano? Negli ultimi 70 anni si sono alternati 16 sindaci, con giunte di centro, sinistra e ora destra, ma l’impressione è sempre stata quella di un’amministrazione del tutto inconsapevole dell’eccezionalità di quel tratto di costa. Peggio ancora, sembra che molti guardino con insofferenza mista a disprezzo i tentativi di salvaguardia che le associazioni, come la nostra, si sforzano di mettere in atto. La difesa di un ecosistema non è la difesa di un privilegio, ma la difesa di un bene comune. Ronchi-Poveromo non è un qualsiasi quartiere. Ancora adesso, nonostante il tornado del 1977 e le nuove costruzioni, se si guarda dall’alto il litorale appare evidente la sua peculiarità: insieme al parco della Versiliana è l’unica ampia zona di verde lungo la costa. Certo, dopo l’ultima guerra si è fatto di tutto perché il territorio perdesse a poco a poco il suo carattere di singolarità ecologica, di miracolo di silenzio. Prima il tornado poi l’abusivismo edilizio, i bagni con i praticelli all’inglese, le piscine e i garage sotterranei, lo sfacelo e l’abbandono di alberghi storici (qui si sono persi anche posti di lavoro) e la comparsa delle Rta, il Versil Park, i fuochi d’artificio, le discoteche, gli scarichi abusivi e altro ancora. Per non parlare dell’erosione della spiaggia. Ma negli ultimi anni sembra esserci un nuovo accanimento. Prima il progetto di impiantare un Luna Park e ora pende sulla nostra testa (è il caso di dirlo) questa piccola Malpensa".
Il discorso si allarga anche alla cultura. "Massa – continua Bergamaschi – si candida a capitale italiana della cultura. Una città che ha ben conosciuto grandi uomini e donne di cultura, ma guarda caso quasi tutti concentrati nei 5 chilometri quadrati di Ronchi-Poveromo. Il sindaco Persiani è sicuramente uomo di buone letture e non gli saranno certo ignoti nomi come Savinio, Anna Banti, Lavinia Mazzucchetti, Riccardo Malipiero, Roberto Longhi, Eugenio Medea, Guido Crepax, Lothar Wallerstein, Filippo Sacchi, Carlo Sforza, Nicolò Carandini, senza dimenticare Piero Calamandrei. E questi sono solo alcuni dei personaggi che a Poveromo hanno costruito casa negli anni Venti, Trenta e Quaranta. Poi c’è lo sterminato elenco di tutti quelli che da Poveromo sono passati e vi hanno trascorso periodi più o meno lunghi. E cosa portava tutti questi uomini di cultura a vivere o frequentare Poveromo? La natura incontaminata e la quiete. Quello che la nostra zona sta perdendo e che i Luna Park e gli aeroporti ’moderni’ possono solo affossare definitivamente".
Luca Cecconi