
di Francesco Scolaro
Viale da Verrazzano, i dati delle analisi sull’inquinamento sono nelle mani degli enti pubblici e del Ministero della Transizione ecologica. La relazione fatta dalla “Ambiente Spa” di Carrara, per conto della ditta appaltatrice Sogesid nell’ambito dell’accordo di programma del 2016, è stata inviata all’inizio di settembre dalla società in house del Ministero a Roma e mette nero su bianco lo stato di contaminazione dell’area. Ben 54 carotaggi con due prelievi a diverse profondità per ciascuno fino a un massimo di 3 metri, per un totale di 108 campioni oltre ad altre analisi sito specifiche che confermano un inquinamento diffuso. Ci sono terre che non sono conformi alle concentrazioni soglia di contaminazione nell’83% dei rilievi (45 sondaggi su 54(, prendendo a riferimento i limiti imposti dalla normativa per le aree a uso residenziale o pubblico, per una o più sostanze analizzate. Nel dettaglio 24 sondaggi su 45 hanno presentato contaminazioni ascrivibili sia al suolo superficiale che a quello profondo Mentre 15 sondaggi hanno presentato contaminazioni solo nel primo metro e i restanti 6 sondaggi hanno presentato contaminazioni localizzate solo nel secondo metro.
Alcune zone non sarebbero a norma neppure se considerate aree industriali perché ben 12 sondaggi, dei 45 risultati contaminati, hanno valori di inquinamento per alcune sostanze oltre quelle limite stabilite per uso commerciale o industriale, sia nel suolo superficiale sia in quello profondo. Sono diversi i veleni ancora presenti nei terreni, perché nel viale da Verrazzano non si parla di falda o acque sotterranee profonde: metalli come arsenico, cadmio, cobalto, cromo, mercurio, nichel, rame e zinco, Beneze e Xilene, alifatici clorurati cangerogeni (ossia diclorometano), e Ipa (Idrocarburi policicli aromatici). Ma qui si trovano addirittura tracce di fitofarmaci come Ddd, Ddt e Dde e pure idrocarburi pesanti.
Un quadro di contaminazione diffuso e complesso, che conferma quindi i risultati delle precedenti analisi di campionamento, nessuna mai con l’attuale accuratezza. Si è andati a ‘fondo’, nel senso letterale del termine, e i test di cessione su 13 dei 26 campioni di terreno di riporto analizzati hanno evidenziato non conformità riconducibili a uno o più delle seguenti sostanze: antimonio, arsenico, fluoruri e cianuri. Solo 9 sondaggi su 54 (pari a circa il 17% dei carotaggi realizzati) hanno mostrato la piena conformità analitica dei terreni campionati che significa suolo superficiale e profondo non contaminati.
Le indagini sono state effettuate da Ambiente Spa fra il 31 ottobre 2019 e il 19 febbraio 2020. Poi la pandemia ha rallentato tutte le operazioni anche di analisi e verifica, compreso il confronto in laboratorio con i risultati di Arpat per allineare i vari test. Risultati alla mano adesso si deve andare a definire il programma e il progetto di bonifica dell’area per eliminare le tracce di contaminazione dei terreni ma questa fase, ben più costosa, che prevede sia le operazioni di progettazione sia le opere vere e proprie dovrebbe essere finanziata con i 22,5 milioni di euro stanziati con l’integrazione del 2018 all’accordo di programma per la quale non esiste però ancora un protocollo attuativo. Per ora bisogna accontentarsi di avere un quadro puntuale della contaminazione dei terreni.
Quanto meno adesso si sta rispettando il cronoprogramma stabilito dal nuovo protocollo di intesa siglato da Sogesid e Regione Toscana per l’attuazione dell’accordo di programma che prevede di utilizzare i circa 3 milioni già a disposizione entro 13 mesi a partire dal luglio scorso. Fra le operazioni rientra appunto la consegna della caratterizzazione per viale da Verrazzano ma manca l’analisi di rischio, che dovrebbe essere consegnata entro la fine di ottobre.