
Un disegno delle allieve dell’istituto Ipm di Pontremoli sul valore della vita e del tempo
Eleonora Laquidara ci prende per mano e ci conduce ne “La cittadella interiore”, titolo della sua ultima raccolta di versi, in un viaggio denso di emotività, bellezza, introspezione, forza nella fragilità e trasformazione salvifica.
Quando hai iniziato a scrivere? "Alle medie, grazie al prezioso supporto della mia insegnante, che mi avviò ai concorsi letterari. A quelli fecero seguito altri tentativi nell’adolescenza. Poi, dopo un periodo di rallentamento creativo, iniziai ad immergermi nella natura catturandone i dettagli in una fotografia, per poi darle voce. Poi non ho più rinunciato all’urgenza di premere sul foglio, sia dopo la recente perdita della mia adorata mamma, sia dopo la sentenza finale che mi riguarda in prima persona. Tumore al seno metastatico."
Perché hai scelto questo titolo? "Sono stati anni di rivoluzione personale, una rivoluzione dove la chiave di svolta risiede nella scoperta della meditazione. Centrale è stata la partecipazione al progetto online e gratuito per malati oncologici “Il dono della presenza”, perché questa esperienza ha fatto sì che non mi arroccassi dietro la paura e la vergogna, ma mi rimboccassi le maniche imparando ad accogliere tutto con benevolenza, gentilezza ed equanimità...usando un termine tecnico. Anche il dolore più intenso."
Quali sono le tematiche principali delle tue poesie? "Non ci sono immagini più ricorrenti di altre. Parlo di tutto. Di spunti naturali, di speranza, così come di fatica e di tristezza. L’importante è avere consapevolezza, perché nella pace si fanno vivi i sogni."
Non manca un rimando anche alla libertà. In ‘libera di volare’ sono efficaci i passaggi dedicati a questo bene prezioso... "Ricordo bene il giorno in cui ho dato alla luce questa poesia. Seduta sotto i rami di un pino maestoso, con lo sguardo rivolto verso il cielo, ho voluto soffermarmi sulla tenacia di uno spicchio di cielo limpido e rassicurante che si libera dalla stretta morsa di due nuvole ingombranti. Non è un caso che il testo sia corredato dall’immagine di Francesca Rolla, una delle eroine della Resistenza partigiana a Carrara, la mia città."
Cosa pensi della libertà? "È aldilà dello spazio fisico, aldilà dello stesso carcere. È quel qualcosa che arriva dal desiderio di rassomigliare a se stessi. È respiro, coscienza che ci anima..."
Qual è l’approccio che riservi alla vita? "La vita è un sentiero. Per questa ragione, è importante camminare con gli occhi dello scienziato, evitando buchi, rovi, erbacce ed allenando le gambe per abituarle alle salite. Ci vuole coraggio e quanto anche!"