Le sentinelle del bosco danno l’allerta: il corteo di “re porcino” sta inviando i primi messaggeri. E’ la specie più coccolata dalle centinaia di cercatori che in queste ultime settimane stanno affollando le pendici dell’appennino per riempire i canestri da esibire agli amici o da vendere a ristoratori e commercianti. Il sottobosco è infatti anche un’attività che produce reddito per molti, a partire dalle imprese agricole. La stagione è iniziata in sordina quando la siccità ha lasciato spazio al caldo umido e poi a qualche piovasco, che ha dato il colpo di manovella alle spore. E la soddisfazione degli appassionati si scatena sul web con diverse segnalazioni e foto che dimostrano i primi bottini di una buona caccia. Hobbisti, mestieranti e professionisti del canestro hanno iniziato a perlustrare le pendici dell’appennino. La montagna ospita un via vai inconsueto, quando non si tratta di un vero e proprio assalto.
E l’arrivo di temperature più fresche con qualche precipitazione si spera faccia scattare il semaforo verde alla “rivoluzione del bosco. Sembra facile dire porcino… . La stagione non aiuta e i cercatori di funghi invece di riempire canestri sono costretti a sfogliare la margherita col naso all’insù scrutando lune e anemometri per alimentare la speranza di una buona caccia. Ma a Succisa, frazione del territorio di Pontremoli, sono in servizio permanente effettivo i “detective” del boleto che riescono a catturare nel bosco anche le cappelle più nascoste per riempire le cassette da esporre negli stand commerciali. Ma intanto attenzione a rispettare le regole: per raccogliere funghi sul territorio toscano, dove il limite è di raccolta 3 kg al giorno a persona occorre l’autorizzazione che viene rilasciata dalla Regione: per sei mesi (13 euro), oppure un anno (25 euro), ridotti della metà per coloro che abitano nei territori montani che nel loro Comune non devono e espletare alcuna richiesta
Le tariffe cambiano per i residenti fuori regione: 15 euro per un giorno, 40 per una settimana, 100 euro per un anno. Ci sono poi le riserve, aree gestite da associazioni di proprietari. In Lunigiana se ne trovano a Zeri, nell’Alta Valle del Verde, a Succisa, in Valdantena, ad Arzelato e Torrano, a Rocca Sigillina e Lusignana, a Bagnone e a Licciana Nardi. In questo caso occorre munirsi del tesserino specifico. Il fungo è un elemento fondamentale per richiamare turisti, lo testimoniano le liste di prenotazioni per cene a base di funghi in tutti i ristoranti. Freschi, essiccati, protagonisti di piatti con polenta, risotti e tagliatelle oppure compagnia di golosi secondi: scaloppine ai porcini, cappelle al forno, funghi fritti e trifolati. Senza dimenticare chicche come l’insalata di porcini crudi.
Ce n’è per tutti i gusti. In attesa della sterzata microclimatica gli appassionati cercatori pattugliano i monti e sognano. Però l’esercito dei raccoglitori deve sapere che il bosco spesso si trasforma in una trappola e c’è sempre qualcuno che non riesce a ritrovare la via di casa. Occorre seguire la "mappa" del buon senso. La prima regola chiede di non andare mai da soli e di avere un telefono cellulare, ma anche calzature adeguate che evitano possibili distorsioni sui terreni accidentati e indumenti adatti. Per non correre rischi è necessario evitare di addentrarsi in zone scoscese e dove la vegetazione è molto fitta. N.B.