Cristina Lorenzi
Cronaca

Alluvione a Rapallo, 9 arresti per inquinamento

Emesse le ordinanze di carcerazione per la banda che smaltì illecitamente i rifiuti della mareggiata. L’indagine è dei carabinieri

Nove arresti e sequestri per 3 milioni e mezzo di euro. E’’ il bilancio della mega operazione dei carabinieri della liguria sull’inchiesta del traffico di rifiuti di lusso scattata dopo l’alluvione del 29 ottobre del 2018 che distrusse 435 barche di lusso ormeggiate nel porto turistico di Rapallo. Coinvolti nella maxi inchiesta otto uomini e due donne, alcuni gravati da precedenti di polizia, tra cui imprenditori, avvocati e professionisti nel settore della nautica, coinvolti nel trasporto, stoccaggio, gestione e smaltimento illecito di rifiuti di barche distrutte. Un team che aveva elaborato una gestione illecita di rifiuti che inquinarono lo specchio d’acqua di Rapallo e due siti diella nostra zona industriale. Il ricavo dello smaltimento si aggirò su oltre 3 milioni di euro, con 670 tonnellate di rifiuti non tracciati. Ruolo determinante era rivestito da un napoletano, pregiudicato, Pasquale Capuano, che gestisce un cantiere nei pressi del Lavello, che con metodo mafioso e millantando contatti con camorra e ndrangheta, aveva promosso – si legge nell’ordinanza dei carabinieri – la filiera illecita.

Ieri la compagnia di Santa Margherita Ligure ha dato esecuzione con i comandi arma di Genova, Napoli, Caserta, Avellino e Massa Carrara eil contributo della Capitaneria di porto di genova, a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Genova Claudio Siclari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, procuratori Paolo D’Ovidio e Andrea Ranalli, nei confronti di un gruppo di indagati responsabili di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato in concorso, violenza privata aggravata dal metodo mafioso, omicidio colposo, calunnia, illecita concorrenza con violenza e minaccia e intermediazione illecita di manodopera. A uno degli indagati sarà applicata la custodia in carcere mentre gli altri sette sono agli arresti domiciliari e all’ultimo il divieto di dimora nel comune di Rapallo. Notificati anche avvisi di garanzia a sette persone ritenute, a vario titolo, concorrenti nei reati contestati tra cui anche tentato omicidio e detenzione illegale di armi da fuoco. Agli arresti domiciliari anche un bosniaco del ’76 residente al Lavello, con precedenti per traffico illecito di rifiuti, caporalato, pericolo di inquinamento, danneggiamento. Oltre alle misure cautelari personali, l’autorità giudiziaria ha emesso anche un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca per un totale di oltre 3,6 milioni di euro a carico dei soggetti e delle società coinvolte nell’inchiesta.

Il pubblico ministero Andrea Ranalli un anno fa iscrisse nel registro Andrea Dall’Asta, ad della società che gestisce il porto Carlo Riva, Marina Scarpino, direttore del porto Carlo Riva, Mirko Malziani, responsabile della sicurezza del porto e l’imprenditore Pasquale Capuano. Furono i ndagate anche sei persone responsabili di piccole aziende che lavorano per quest’ultimo. Secondo i legali della direzione del porto, la struttura risulterebbe vittima di una truffa. L’inchiesta nacque nel maggio dello scorso anno dopo il controllo su un tir che aveva caricato materiale diretto verso Carrara, ai cantieri gestiti da Capuano. Il conducente era privo della documentazione relativa ai rifiuti. I carabinieri di Santa Margherita decidono di approfondire scoprendo che Capuano lavorava a prezzi troppo bassi.