MASSA, 30 settembre 2014 - STAVOLTA non c’era alcun «legittimo impedimento» a giustificare l’assenza dal processo per l’alluvione. In piedi in fondo all’aula del tribunale di Massa il senatore Lucio Barani, ha assistito alla seconda udienza davanti al Gup chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura per lui e altri 11 indagati. Su questo aspetto il giudice per le udienze preliminari Antonia Aracri si esprimerà dalla prossima udienza fissata il 3 novembre, ieri però il processo ha comunque avuto una svolta importante: il gup ha infatti disposto la citazione di responsabilità civile per la Provincia di Massa Carrara e il Comune di Aulla, accogliendo la richiesta formulata dai legali di parte civile.
Motivo: fra i 12 indagati figurano numerosi esponenti, politici (o ex) e funzionari delle due amministrazioni pubbliche, cui verrà quindi a giorni notificata l’ordinanza del giudice che li coinvolge nel processo per la loro responsabilità civile. Singolare il caso della Provincia: il nuovo presidente eletto nelle elezioni del 12 ottobre potrebbe subito trovare sul suo tavolo la «patata bollente», legata comunque a fatti avvenuti durante le precedenti amministrazioni.
Poche parole da parte di Lucio Barani all’uscita dal tribunale insieme ai suoi legali. Poche ma pesanti come macigni. «Ora non ho nulla da dire, dirò tutto in aula quando sarà il momento. Parlerò per sei ore, perchè io sono esattamente come sono andate le cose, loro no». C’è da attendersi quindi una dichiarazione-fiume e ricca di spunti quando il processo entrerà nella fase dibattimentale.
SEMPRE ieri si sono concluse le costituzioni di parte civile rimaste in stand-by dalla prima udienza rinviata per il «legittimo impedimento» dello stesso Barani: 11 in tutto fra familiari delle due vittime, associazioni e titolari di aziende, bar e locali spazzati via dalla furia del fiume. «Chiediamo giustizia — hanno detto già in occasione dell’udienza di apertura martedì scorso — e se ci sono dei responsabili, un risarcimento: quel giorno abbiamo perso tutto». Parti civili nel processo i familiari delle due vittime: per Enrica Pavoletti i figli Simonetta, Graziano e Maurizio Fiorentini (assistiti dagli avvocati Francesco Persiani e Michela Biasini di Massa), la moglie e la figlia di Claudio Pozzi, Catia Giromini e Simona Pozzi (con gli avvocati Paolo Masseglia e Riccardo Balatri di Spezia). Insieme a loro chiedono di fare luce su quanto accaduto i tanti imprenditori seriamente danneggiati dall’alluvione: Giovanni Carlotti titolare della «Tre Ci», Carlo Giuffra rappresentante legale della «Mare Monti sas» e della «Gi.ca», Giuseppe e Bruno Mazzanti, rappresentante e socio della «Gelo Mare» di Aulla, tutti assistiti nel processo dall’avvocato Manuela Aiazzi del foro di Massa.
La lunga lista delle parti civili è conclusa da Silvana Ferdani (assistita dall’avvocato Angela Talamici di Pontremoli) e Legambiente Toscana, l’associazione ambientalista che per anni ha il dito sull’urbanistica di Aulla dagli anni ‘90 a oggi. Legambiente e il suo presidente regionale Fausto Ferruzza saranno assistito sdall’avvocato Paolo Fraschini di Massa.
I 12 INDAGATI per i quali il procuratore Rossella Soffio ha chiesto il rinvio a giudizio sono: l’ex presidente della Provincia Osvaldo Angeli (assistito dall’avvocato Luca Pietrini di Massa), i dirigenti della Provincia Giovanni Menna (avvocato Enzo Frediani di Massa), l’ex sindaco di Aulla Lucio Barani (avvocati Gianpaolo Carabelli e Andrea Corradino), Gianluca Barbieri e Stefano Michela (avvocati Gianpaolo Carabelli ed Enrico Marzaduri di Pisa), l’ex sindaco di Aulla Roberto Simoncini (avvocato Marco Valerio Corini di Spezia), il dirigente del Comune di Aulla Franco Testa (avvocati Carlo Lenzetti e Maria Grazia Menozzi di Massa), l’ex dirigente comunale Giuseppe Lazzerini e il dirigente comunale alla Protezione Civile Mauro Marcelli (avvocato Riccardo Virga di Massa), l’ex vice sindaco Gildo Bertoncini (avvocati Franco Perfetti e Bertola di Massa), l’ex dirigente ai lavori pubblici Ivano Pepe (avvocati Paolo Carrozza di Pisa ed Elena Libona di Lucca) e l’ex assessore comunale alla Protezione civile Giovanni Chiodetti (avvocato Gianpaolo Carabelli). Sono accusati, a vario titolo, di omicidio e disastro colposo.