REDAZIONE MASSA CARRARA

Alluvione Aulla, processo infinito La Procura impugna la sentenza "Quel disastro ha dei responsabili"

I 10 imputati erano stati assolti dalla giudice Valentina Prudente in primo grado lo scorso aprile. Il comportamento degli ex amministratori e dirigenti pubblici avrebbe "contribuito agli effetti dell’onda anomala". .

Alluvione Aulla, processo infinito  La Procura impugna la sentenza  "Quel disastro ha dei responsabili"

Alluvione Aulla, processo infinito La Procura impugna la sentenza "Quel disastro ha dei responsabili"

Alluvione di Aulla: la Procura impugna la sentenza di assoluzione dei 10 imputati e ricorre in appello. Con un atto di 92 pagine la Pm Giulia Giancola (con il contributo del collega Marco Rappelli), depositato lo scorso 24 maggio in cancelleria del Tribunale di Massa, ha impugnato la sentenza di aprile emessa dalla giudice Valentina Prudente in primo grado e chiede la condanna per tutti gli imputati per il reato di disastro colposo (l’omicidio colposo si è estinto).

Una ferita ancora aperta per un

territorio che fatica a rialzarsi, fra cantieri, progetti e scuole nei container a causa dell’alluvione avvenuta nel 2011, che ha portato morte e distruzione: in quella tragica sera del 25 ottobre di 12 anni fa morirono Claudio Pozzi, 60 anni, annegato nel suo garage, ed Enrica Pavoletti 78 anni, trascinata via con la sua auto dalla piena del fiume Magra. Nuovamente a giudizio ci saranno quindi l’ex sindaco di Aulla Lucio Barani, il collega ex primo cittadino della città Roberto Simoncini, i tecnici e dirigenti della Provincia Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano Michela, l’ex vicesindaco Gildo Bertoncini, Giovanni Chiodetti, l’ex assessore comunale alla Protezione civile e dirigenti ed ex dirigenti del Comune di Aulla Franco Testa, Giuseppe Lazzerini e Mauro Marcelli e Ivano Pepe. La Procura puntò il dito sulle possibili cause del disastro: le case costruite nell’alveo del fiume, il cedimento della cassa espansione aperta a Chiesaccia (Villafranca), ma non ancora collaudata e un allerta meteo di massima gravità non adeguatamente tenuto in considerazione.

La Procura sostiene che nella sentenza ci sia "un’erronea applicazione della pena in concorso di reato, disastro colposo, inondazione, frana o valanga. Erronea applicazione della pena per non aver prevenuto l’evento e il concorso di colpa. La mancata considerazione delle circostanze essenziali, il travisamento delle risultanze dibattimentali".

La dichiarazione d’appello si conclude: "Anche volendo attribuire carattere eccezionale all’evento atmosferico ed alla entità dell’onda di piena, il Tribunale avrebbe dovuto comunque giungere a una affermazione di responsabilità penale degli odierni imputati, avendo essi, col proprio comportamento colposamente commissivo e omissivo, dato causa a un consistente incremendo dell’onda alluvionale, contribuendo a determinare gli effetti disastrosi dell’onda transitata nell’abitato di Aulla e della morte delle vittime Pozzi e Pavoletti. Per questo si chiede la totale riforma della sentenza con affermazione di responsabilità penale degli imputati e la condanna degli stessi".