REDAZIONE MASSA CARRARA

Amarezza tra le ditte locali: "Per noi sarebbe la fine"

La piccola distribuzione è in rivolta: "Quello della giunta è un favoritismo"

Perplessi e amareggiati. Anche il solo pensiero di una variante per l’area industriale, dove dovrebbe sorgere un capannone di 5mila metri quadrati destinato all’attività commerciale all’ingrosso, fa gelare il sangue ai ’piccoli’ grossisti massesi, a chi questo lavoro lo fa da anni. Alzano le mani i consorzi all’ingrosso quando sentono parlare di Sogegross Spa, la società di Genova tra i primi dieci gruppi privati in Italia nel settore della grande distribuzione organizzata, che dovrebbe sorgere nell’area dell’ex Dalmine.

"L’adozione di una variante ad hoc per un unico soggetto è il perseguire un interesse privato nei confronti di quello collettivo – alza la voce Emanuele Panconi, titolare della Grosf4 che si occupa di forniture alimentari –. Noi viviamo di commercio da tanti anni, la nostra è un’azienda del 1921. Non è la concorrenza che ci spaventa ma è l’utilizzo delle regole, che vengono fatte differenziando tra i soggetti. Una variante ad hoc all’interno di un’area che verrà adibita ad altro lo troviamo un grande favoritismo. Non abbiamo mai scelto la destinazione delle nostre attività, i Comuni ci hanno sempre detto dove era possibile insediarsi. Questo trovo che sia il nodo della situazione, fare favoritismi è una cosa che la politica non dovrebbe fare, ci sono delle regole che valgono per tutti, regole a cui tutti bisogna attenersi. Siamo abituati a dare battaglia, la concorrenza per noi è un motore e che ci sia necessità di rilanciare l’area è fuori discussione. Ma una concorrenza che arriva dopo due anni difficili di pandemia preoccupa gli attori del settore. L’amministrazione con questa scelta sta andando contro tutti quelli che sono i pareri delle associazioni sindacali, commerciali e del Consorzio Zia".

"Un’erosione del fatturato", secondo, Stefano Panconi, titolare delle Gf1 che tratta prodotti alimentari all’ingrosso, che vede la richiesta di variante presentata da Sogegross come una mazzata agli incassi. "I nostri clienti sono bar, alberghi, ristoranti, le attività horeka - l’industria alberghiera e tutte quelle attività che gravitano intorno a food, beverage e hospitality - e quindi noi andiamo a vendere a loro i prodotti dedicati con agenti, rappresentanti e trasporto, un sistema che potrebbe spaccarsi in due. Non sono contrario all’arrivo di un competitor, fa parte del commercio, sono contrario se arriva qualcuno che ha la possibilità di aprire un capannone in un’area industriale perché l’amministrazione comunale gli cambia la destinazione d’uso. Molto importante anche le assunzioni, perché la struttura avrà bisogno di 60 persone. Però facciamo attenzione: quelle unità andranno poi a mancare nell’intera categoria dei grossisti a livello locale".

La presidente del consorzio Copac, Franca Fabiani, pensa già al futuro: "Anche Sogregross è una rivendita all’ingrosso e sicuramente a noi creerà disagi, ma le nostre realtà si devono muovere per essere competitive". Duro Stefano Della Santina, vice presidente Copac: "E’ l’ennesima batosta per la piccola distribuzione, forse la botta finale. Se arriva un’azienda come la Sogegross ci schiaccia tutti. Sarebbe la fine per le aziende del territorio".

Patrik Pucciarelli