REDAZIONE MASSA CARRARA

L’ambasciatore ribatte a Volpi «Un errore rinunciare ai russi»

Cesare Maria Ragaglini spiega come è possibile portare lavoro e ricchezza a Massa

Cesare Maria Ragaglini e Vladimir Putin

Massa, 16 novembre 2016 - «Signor Sindaco innanzi tutto mi preme precisare che l’intervista che ho dato a La Nazione dell’11 novembre non aveva alcun intento polemico ne’ nei confronti dell’Amministrazione comunale ne’ tanto meno nei suoi. E infatti così lo ha correttamente percepito il Sindaco di Montignoso in un’intervista apparsa domenica 13 novembre sullo stesso quotidiano. Io mi sono limitato a rispondere a una domanda precisa: come fare per attrarre investimenti produttivi e turisti dalla Russia? Peraltro le faccio osservare che la domanda stessa esprime una sensazione di utilità di entrambe le attività. La risposta che ho fornito tiene conto della mia esperienza di tre anni nella Federazione Russa dove un’attenta, determinata e capillare attività di promozione dell’Ambasciata ha permesso di portare in Italia, nel 2014, 1.200.000 turisti russi con un indotto di 1.5 miliardo di euro. Tutto qui. Tenuto conto dello spirito (e della lettera) dell’intervista, ho trovato invece la sua risposta un po’ curiosa, a metà fra il risentito (e perché? io non l’ho criticata) e professorale (però le frasi generiche non spiegano e non aiutano a capire), ma che non affronta e non risolve due problemi evidenti a chiunque viva e frequenti Massa. Non occorre essere profondi conoscitori del territorio per non vedere le differenze in infrastrutture, strutture ricettive e servizi resi ai turisti che differenziano in maniera sostanziale Forte dei Marmi da Massa.

IL RIFERIMENTO a Forte era indicativo soltanto del modo in cui sia possibile (e ormai indispensabile) promuovere la propria città per attrarre turisti. E anche la Regione Toscana incoraggia queste attività organizzando missioni all’estero di imprenditori del turismo e di amministratori locali: a Mosca sono venuti in ottobre. Intanto intendiamoci sul significato di “esclusivo”, lei non lo spiega. Se vuol dire che la presenza dei russi a Forte “esclude” turisti di altre nazionalità forse una chiacchierata con il suo collega le farebbe apprendere che in quella cittadina vi sono moltissimi italiani, americani, britannici, arabi e altre nazionalità. Se significa invece che il turismo russo è un turismo di élite, allora la informo direttamente io sul fatto che i miliardari russi sono solo poche decine. Sono invece centinaia di migliaia i russi, di ogni ceto, che ogni anno si recano in vacanza in tutta Italia con intuibile, grande soddisfazione per le località prescelte. Non credo sarebbe un danno irreparabile se alcuni di questi venissero anche a Massa. Prendo però atto che alla sua amministrazione non interessa attrarre turisti russi privilegiando un “turismo inclusivo” di cui peraltro mi sfuggono la filosofia, le modalità operative, gli investimenti dedicati e i risultati. Il riferimento poi ai “gemellaggi” mi lascia ancor più perplesso perché dubito fortemente che tali legami con tre oscure cittadine della Germania, della Francia e della Polonia del sud portino frotte di turisti nelle nostre località di vacanza. Quanto ai turisti inglesi e tedeschi che sembrano invece l’obiettivo turistico dell’amministrazione osservo che, nonostante la sua conoscenza del territorio non sia in discussione, altrettanto non può essere messo in discussione che chiunque venga a Massa (e io, che ci sono nato, ci vengo spessissimo ogni anno e in tutte le stagioni) raramente sente parlare per strada inglese o tedesco come avveniva decenni or sono. Per quanto riguarda poi gli investimenti produttivi non è a lei che devo ricordare la quasi scomparsa (con pochissime eccezioni) di un tessuto industriale nel Comune, con evidenti conseguenze sull’occupazione e sul futuro soprattutto dei giovani. Per cui, anche in questo caso, invece di parlare di “economia inclusiva” (che, tecnicamente, ha un significato ben preciso e si attua principalmente in Paesi come India e Bangladesh) potrebbe essere utile alla Città riflettere seriamente come attrarre investimenti in vari settori, da quello industriale a quello dei servizi, non necessariamente russi (che anche in questo caso non sono “esclusivi”), esattamente come cerca di fare buona parte dell’Italia.

INFINE, come dicevo nell’intervista, se gli imprenditori della filiera del marmo intendono esportare in Russia (Paese di 150 milioni di abitanti, primo produttore di gas al mondo e secondo di petrolio) devono associarsi ed essere presenti a Mosca per promuovere le loro professionalità e i loro prodotti. Anche in questo caso occorre avere progetti e strategie visto che i prodotti non si vendono da soli. L’Ambasciata sarà ben lieta di fornire loro tutto il sostegno necessario per entrare in questo mercato. Non intendo comunque entrare nel merito delle scelte di una giunta comunale che (al di là del mio intimo dispiacere di vedere Massa sempre nella parte bassa delle statistiche ISTAT) è giudicata sovranamente dagli elettori. Le auguro, e mi creda di cuore, ogni successo nell’amministrazione della Città che è sua quanto mia».

Cesare Maria Ragaglini Ambasciatore d’Italia nella Federazione Russa