I ruderi di un castello, una storia d’amore al di fuori dei canoni comuni, un finale a sorpresa, di quelli che non ti aspetti e che ti lasciano a riflettere. E’ "Nosferatu", l’ultimo libro di Mario Ragaglini, una laurea in formazione multimediale e una in psicologia, con un passato da docente di laboratorio di elettronica e telecomunicazioni, ma anche di sportivo, con una prolifica passione per la scrittura di romanzi emersa in età matura e sempre collegata alla psiche umana.
Alla sua 11esima fatica letteraria, Ragaglini si arrampica fino a Moneta dove ambienta una storia tra due giovani milanesi in vacanza in Versilia, che salgono ai ruderi di quella che fu la sentinella della valle del Carrione, attratti dai manieri medievali. E qui, ospiti nella casa di Fossola alta del nuovo amico Elvino Vatteroni (il nome non è di fantasia) medico e cavaliere templare, ai due giovani Marco e Debora accadono cose strane tra le mura di un maniero che continua ad affascinare pur somigliando sempre più ad un rudere.
Presenze notturne inquietanti (l’Adrian di qualche secolo prima), sogni premonitori che si trasformano in incubi, uno strano legame con un passato già vissuto al punto da richiedere l’intervento di una psicologa. Una attrazione incontrollata tra la protagonista Debora (la Alina di qualche secolo prima) e quelle mura che nascondono un grande segreto che l’autore Ragaglini svela a metà del romanzo, riservandosi il colpo da maestro in un finale a sorpresa, quando il lettore crede che la storia sia finita o quasi.
Un libro che si legge tutto di un fiato, scorrevole e piacevole, che affascina e coinvolge il lettore, che lo trasporta in un mondo tra il quotidiano e l’irreale, tra credenze medievali che per secoli hanno condizionato la vita di molti e la moderna psicologia. Il libro sarà presentato a inizio estate con una manifestazione che, seppure ancora in fieri e coperta da riserbo, si preannuncia originale e spettacolare.
Maurizio Munda