Può essere effettuato in tutti gli ospedali dell’Asl Toscana nord ovest, Noa compreso, l’intervento al ginocchio con l’innesto di cellule staminali per rigenerare il tessuto cartilagineo, riparandolo dai danni dell’artrosi. Lo evidenzia Giuseppe Lioci, direttore dell’area aziendale Ortopedie e traumatologie afferente al dipartimento delle Specialità chirurgiche. Il dottor Lioci da oltre 15 anni utilizza la tecnica delle cellule staminali mesenchimali (Msc) prelevate dal midollo osseo del paziente stesso, una metodica che oltre che all’ospedale Villamarina di Piombino è oggi disponibile anche nelle altre strutture ospedaliere. "In ambito ortopedico – spiega Lioci – con i colleghi delle altre unità operative, stiamo portando avanti un importante lavoro di rete, che ci consente di garantire in maniera capillare, in ogni ospedale, le migliori tecnologie e le metodiche più moderne. Questo rafforzamento della rete ci consente di fornire risposte adeguate al cittadino in ogni realtà aziendale, con l’esecuzione dell’intervento direttamente nell’ospedale della zona in cui risiede la persona oppure, in via subordinata, con la presa in carico e l’invio nella struttura in cui la prestazione viene assicurata".
"Nel caso specifico – evidenzia ancora – si tratta di un piccolo intervento chirurgico, in anestesia locale e di breve durata, eventualmente ripetibile a distanza di almeno un anno, che mira a ridurre il dolore e a ripristinare la mobilità dell’arto. Le infiltrazioni di cellule staminali consentono di rigenerare il tessuto cartilagineo, in presenza di artrosi in fase iniziale o intermedia, quando le altre terapie non abbiano avuto effetto e non sia ancora indicato l’impianto di protesi".
Ma come si svolge l’intervento? "Per prima cosa è necessario il prelievo delle cellule staminali, che viene eseguito in regime di ricovero con anestesia locale ed eventuale sedazione. Al paziente, in sala operatoria, viene prelevata dalla cresta iliaca una quantità di midollo osseo che viene poi centrifugata con appositi macchinari in modo da separarne le sue componenti. Una volta ottenuto il concentrato, viene infiltrato con una siringa all’interno dell’articolazione. L’invasività è davvero limitata. Dopo l’intervento, il paziente viene riaccompagnato in stanza ed è in grado di camminare autonomamente".