Anche il marmo piange: in calo grezzo e lavorato

Precipitano i numeri del monitor dei distretti di Banca Intesa San Paolo

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Marmo: il Covid ha dimezzato gli affari. Che un mercato orientato prevalentemente all’estero come quello del lapideo avrebbe subito un contraccolpo durissimo dall’emergenza sanitaria era cosa nota, ma ora anche i dati sono lì a dimostralo. Gli ultimi sono quelli raccolti dal Monitor sui distretti della Toscana realizzato ogni tre mesi da Intesa San Paolo che parlano chiaramente di come il marmo "abbia mostrato un andamento negativo sia nella componente grezza, sia nella componente lavorata, che nei primi tre mesi dell’anno era riuscita a incrementare le esportazioni". Cifre decisamente negative soprattutto per quanto riguarda le esportazioni. "Nel primo semestre del 2020 il distretto del marmo di Carrara – spiegano dalla banca - ha realizzato 244 milioni di euro di esportazioni con un calo di circa 115 milioni di euro concentrato in particolare nel 2° trimestre (-51,1%) a fronte dei primi tre mesi dell’anno in cui il marmo lavorato aveva mostrato una maggior tenuta (+6%), mentre la componente grezza, più orientata verso il mercato cinese, aveva già risentito del diffondersi della pandemia nel principale mercato di sbocco". In attesa di conoscere come evolverà la situazione e quali saranno le nuove decisioni del governo, da quanto emerge dal monitor sui distretti, sotto le Apuane ci sarebbe comunque un miglior ottimismo per il futuro prossimo. "Si tratta di previsioni – spiegano gli esperti - che sono riconducibili in larga parte al comparto dei prodotti e materiali da costruzione che potrebbe beneficiare della ripresa delle attività in Cina e del sostegno al settore dell’edilizia e delle costruzioni legato agli incentivi del superbonus". "Dal nostro osservatorio – sottolinea Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo - emerge come il tessuto imprenditoriale toscano abbia le risorse necessarie per tornare a crescere grazie a un importante know-how, competenze, elevata competitività sui mercati internazionali e rapporti di filiera ben ramificati a livello locale".