Flemmatico e disincantato fuori del campo. Non avrebbe nulla da spartire con un lunigianese tipo, proprio nulla: biondo, occhi azzurri, niente del tipo mediterraneo classico. Taciturno, le battute misurate, i sorrisi pure: l’esatto contrario del lunigianese, solitamente ciarliero, vivace compagnone. Ma, al di là delle apparenze, Andrea Filippi è lunigianese dentro, nell’entusiasmo che ci mette nel fare il calciatore nel mondo sempre più sofferto dei dilettanti. Nel calore delle sue prestazioni, nella maniera molto “contadina” di interpretare la gara. Viene da Mignegno l’anima della squadra nella quale è cresciuto che, finalmente, gli ha affidato la fascia di capitano. L’Andrea è il cuore della Pontremolese, un leader. Tutti s’affidano a lui, si fidano di lui. L’allenatore, i compagni, i tifosi.
"Ma non sono io l’unico leader della Pontremolese: i leader di questa squadra sono tanti e in ogni reparto. Cacchioli, Vannucci, Cucurnia, Baudi, D’Antongiovanni, Grasselli. La Pontremolese è un collettivo, una bella orchestra, non più il regno dei solisti", si raccomanda l’Andrea, attento a non farsi travolgere dagli elogi. "Ho trascorso il Natale a casa mia, a Mignegno, con mia nonna, i miei genitori, mio fratello, sua moglie Camilla e il mio nipotino Leonardo. Capodanno a Genova con due amici. Alcuni giorni di relax fra Natale e Capodanno bastano e avanzano, servono per staccare la spina dopo quasi cinque mesi di lavoro e riattaccarla ancora meglio di prima. Lo ammetto, vado in cerca di silenzio e di pace".
Cuore della Pontremolese, Andrea Filippi dopo gli acciacchi della passata stagione, spiega la ritrovata forma che ‘elegge’ il numero cinque sul podio più alto del mondo pallonaro lunigianese e del girone A del campionato di Promozione. "Le cose sono cambiate dalla passata stagione: abbiamo fatto un grande lavoro con Verdi, Menichetti, Tanzi, Careri, un quartetto d’autore molto importante". La svolta personale ad anticipare gli accadimenti previsti, imprevisti, tristi e felici, che si sono verificati nel corso della passata stagione, seguita dalla forte penalizzazione e dalla promozione sul campo di mister Verdi. "Lui è importante, come importanti sono le sue indicazioni, durante la settimana e dalla panchina. Verdi vede la partita, effettua i cambi giusti, trasforma il ruolo del giocatore in campo".
Il nuovo Filippi e l’Azzurra rimpolpata nel mercato di dicembre di prospetti importanti visti con gli occhi di Filippi. "Verdi ci invita a non aver paura di nessuno, a non ritenerci inferiori mai. Impone giustamente alla squadra di giocare con tranquillità, a noi di fare movimento sempre". Natale è passato, l’anno nuovo è appena iniziato e l’Andrea sempre attento alle cose del mondo: "Cosa spero di trovare nel 2025? La fine di ogni tipo di guerra e che il mondo si ricordi dei tanti bambini che muoiono ogni minuto. Tutti dobbiamo sentirci impegnati per risolvere la fame nel mondo".