REDAZIONE MASSA CARRARA

Anestesisti, affondo Cgil: "Personale sotto stress"

Funzione pubblica elenca i disagi che si riscontrano con il taglio del personale

La rimodulazione, riduzione della presenza del medico anestesista nel turno notturno, al punto nascita dell’Ostetricia Anestesia, sta provocando un elevato disagio all’interno del servizio e delle lavoratori. Ne è certa la Cgil Funzione pubblica che scrive all’Asl: "Il quadro che si delinea è quello di una situazione di estrema complessità e gravità che presenta, una tendenza all’incremento esponenziale dei ritmi lavorativi, che impattano su professionisti già molto provati sul piano psicofisico. Il rischio clinico viene percepito tanto dai singoli quanto dal gruppo nel suo insieme, già elevato alle attuali condizioni di lavoro".

"I medici anestesisti della Uoc anestesia e rianimazione, versano in una significativa carenza di personale, (10 unità) che equivale a oltre 1500 ore mensili, da molto tempo, e devono supportare anche le carenze croniche di organico della Uos Lunigiana. Le ferie complessive non fatte sono elevate, e moltissime sono le ore eccedenti accumulate, che devono essere recuperate. Nel contempo non viene garantito dall’azienda cio’ che definisce l’art 27 comma 6 del Ccnl, dove e’ previsto , nello svolgimento dell’orario di lavoro settimanale per i dirigenti, che 4 ore siano destinate ad attività non assistenziali, ma alla formazione e all’aggiornamento professionale".

"Il carico di lavoro che i medici dell’Unità operativa devono sopportare è enorme, attualmente devono garantire in reperibilita’, come definito dalla procedura aziendale, anche l’attivita’ del turno notturno presente nel punto nascita".

"Alcuni professionisti – prosegue – in questi ultimi 20 anni hanno garantito h 24 l’attivita’ all’interno del punto nascita, con risultati eccellenti. Hanno assunto una elevata specifica professionalita’, garantendo una immediata risposta. Attualmente con la mancata presenza della guardia notturna, vi e’ da parte della direzione aziendale, attraverso la modalita’ di monitorizzazione, un continuo attacco e critica sull’operato dei medici, e sulle azioni che mettono in atto. Noi rigettiamo queste modalita’ aziendale di relazione e di controllo".

"In sanità l’operatore è sottoposto allo stress – prosegue – che deriva dall’alto indice di complessità, dall’imprevedibilità, dall’incertezza e dall’alto impatto emotivo di attività svolte in relazione al paziente sofferente e bisognoso di cure. Per questo è necessario creare condizioni per cui chi lavora non debba subire stress ulteriore originato da carenze o disfunzioni organizzative, o attacchi, o mancanta formazione , assicurando una corretta e puntuale applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro".

"Chiediamo – conclude – che il benessere di un’organizzazione lavorativa sia in relazione alla sua capacità di promuovere e mantenere condizioni elevate di benessere e qualità della vita, di sviluppare la sicurezza sul lavoro, di migliorare i livelli di collaborazione e di gestire la conflittualità interna, come definito dalla direttiva del Ministero Pubblica Amministrazione 23 aprile 2004, e dal Dlgs 81".