REDAZIONE MASSA CARRARA

Appello alla Regione per l’Ostetricia: "Accordo osceno sugli anestesisti"

Lettera al presidente Giani e all’assessore Bezzini dell’ex primario Franca Leonardi

Lettera al presidente Giani e all’assessore Bezzini dell’ex primario Franca Leonardi

Lettera al presidente Giani e all’assessore Bezzini dell’ex primario Franca Leonardi

L’ennesimo appello per ripristinare la guardia attiva Anestesiologica H/24 in Ostetricia al Noa è in una lettera aperta firmata dall’ex primaria Franca Leonardi (nella foto) e indirizzata al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore alla salute Bezzini. Una lettera indirizzata anche alla Cgil provinciale che, sottolinea Leonardi, "si è prestata a siglare il 14 gennaio l’osceno accordo con Asl Nord Ovest" sulla nuova organizzazione del punto nascita che dovrebbe partire il primo aprile.

Per l’ex primario la riorganizzazione "è frutto di indirizzi politici strategici che vengono perseguiti da alcuni anni e ora vengono in parte giustificati dalla carenza di personale e dal tanto sbandierato risparmio come se gli sprechi in Sanità fossero la cancellazione della qualità delle prestazioni sanitarie". E ribadisce che "la riduzione del personale è la maniera più semplice per attuare il risparmio e lo sanno bene le aziende private che la attuano in continuazione, nel silenzio del governo, mantenendo in tal modo le prebende “agli amministratori” e le penalizzazioni agli operai che vengono licenziati. In sanità chi ci rimette è colui che deve ricorrere, per risolvere al suo bisogno sanitario, o alla sanità privata o agli ospedali delle sedi universitarie a cui in tal maniera vengono orientati i flussi di pazienti che sono flussi economici".

Per Franca Leonardi la legge 833/78 "ha dimostrato che anche le periferie territoriali possono essere sedi di qualità". E ricorda che in provincia "ha dato vita e permesso lo sviluppo di un centro cardiologico pediatrico e di una cardiochirurgia che tutti ci invidiano".

"Se la situazione persiste e persevera nel tempo questo indirizzo – conclude – fra dieci anni gli ospedali periferici assolveranno solo il compito di fronteggiare l’emergenza e le patologie più semplici, realizzando così la centralizzazione delle attività sanitarie, con l’acquiescenza di alcune sigle sindacali, e il volere politico dominante: questo il nuovo modello di Sanità pubblica e universale che riserva il futuro e vince il pensiero: “di ernia posso operarmi anche a Massa ma forse se devo operarmi sull’addome sarà meglio andare a Pisa, Firenze e Siena perché lì è migliore l’assistenza sanitaria".