REDAZIONE MASSA CARRARA

Appello contro la variante: "Ci sono buoni motivi se tutti sono contrari. E’ tempo di riflettere"

I presidenti di Confartigianato e Confcommercio si rivolgono al sindaco "Davvero vogliamo togliere spazi all’industria e in particolare alla nautica?. E perchè agevolare Sogegross contro le piccole e medie imprese locali?".

Appello contro la variante: "Ci sono buoni motivi se tutti sono contrari. E’ tempo di riflettere"

"Sulla variante Sogegross che vuole portare il commercio all’ingrosso anche alimentare in area ex Dalmine per l’amministrazione è il momento di riflettere e porsi delle domande. Davvero vogliamo sottrarre spazi all’industria e in particolare alla nautica, alla vigilia della possibile approvazione del travel lift? Davvero vogliamo agevolare un colosso che andrà a competere sullo stesso territorio con le piccole e medie imprese di grossisti apuani? Dobbiamo davvero andare contro i pareri di tutti i portatori di interesse, dalla Regione alla Camera di Commercio, dalle associazioni di categoria all’autorità portuale fino ad arrivare ai sindacati? Chiediamo al sindaco Francesco Persiani e alla sua giunta di valutare a fondo la questione, magari commissionando un’analisi a un centro studi di alto livello che ne valuti gli impatti positivi e negativi sul nostro tessuto socioeconomico". Il presidente della Confartigianato apuana, Sergio Chericoni, lancia un appello al primo cittadino a seguito di un confronto che è avvenuto lunedì mattina in Comune e che ha messo allo stesso tavolo le associazioni di categoria con il sindaco Persiani e l’assessora Alice Rossetti.

"Lasciamo da parte gli aspetti amministrativi e tecnici, parliamo di politica e di scelte – incalza Chericoni -. Per quanto l’acquisto dei terreni sia precedente alla prima amministrazione Persiani, l’operazione poi va avanti con quella giunta e quella attuale con lo stesso sindaco. Portata avanti contro il parere, non vincolante per carità, del Consorzio Zia al cui interno ci sono la Regione, l’Autorità Portuale, il Comune di Carrara, la Provincia e la Camera di Commercio che prima aveva ascoltato le opinioni di tutte le categorie. Tutto il mondo non è d’accordo con la variante e non per ‘partito preso’ ma per scelte politiche e visioni del futuro". Chericoni ricorda infatti la collocazione strategica del lotto ex Dalmine e le necessità del territorio in prospettiva futura: "Abbiamo difficoltà a reperire terreni per l’industria e l’artigianato, i pochi che ci sono hanno bisogno di caratterizzazioni, analisi e bonifiche che portano i costi di insediamento alle stelle. Abbiamo inoltre un comparto che viaggia a gonfie vele, la nautica, che ha bisogno di nuovi spazi e in prospettiva, con l’arrivo del travel lift al porto di Marina di Carrara, potrà offrire ancora più occupazione e soprattutto di qualità per la realizzazione di yacht e mega yacht".

Poi un’analisi sulla visione di un’area industriale più aperta al commercio il presidente della Confartigianato: "Esistono già tante aree sottratte all’industria, dal cinema ad altre attività commerciali nel perimetro Zia, come il Carrefour ma non vuol dire che se sono stati fatti errori nel passato bisogna continuare a farli. Senza contare gli effetti sulle realtà locali. Abbiamo una ventina di grossisti del territorio che sono preoccupati per le ricadute lavorative. Senza contare che Sogegross fornisce anche attrezzatture e potrebbe impattare su altre attività locali. Crediamo – precisa ancora Chericoni – che la scelta debba essere valutata con uno sguardo ampio sotto il profilo politico, al netto di osservazioni e ricorsi".

"Sono in sinergia con i grossisti apuani – conclude Bruno Ciuffi, presidente della Confcommercio Massa Carrara, presente all’incontro – perché ci sono domande che meritano risposte. A fronte dei dati del settore e del fabbisogno della zona c’è bisogno di insediare una realtà come questa a Massa Carrara? Al saldo dei buoni propositi di 70 assunzioni previste, c’è il rischio di perderne altrettanti o di più fra le realtà che già esistono. E’ inoltre il caso di valutare che impronta vogliamo dare al territorio e al suo futuro, se di tipo industriale o meno".