Massa, 2 settembre 2017 - APUANE passate al setaccio, a grana fine, per mappare i bacini estrattivi e tenere sotto controllo l’escavazione, nell’ordine delle decine di centimetri. Sta entrando nel vivo il «Progetto speciale cave» lanciato dalla Regione in collaborazione con Arpat e l’estate è servita a sperimentare un nuovo metodo di monitoraggio in remoto tramite un modernissimo drone.
Grazie alla convenzione attivata con Arpat, il Dipartimento di scienze della terra dell’Università di Firenze ha realizzato in proprio un drone a sei motori indipendenti (un esacottero, per la precisione) sviluppato appositamente per il rilievo di precisione di zone a morfologia complessa come possono essere le cave ma anche le discariche o i reticoli idrografici: un sensore di immagini a colori posizionato sul drone consente la ricostruzione della morfologia del territorio a partire da una serie di fotografie parzialmente sovrapposte realizzate in serie (le cosiddette «strisciate»). I prodotti finali del rilievo, tutti con precisione centimetrica, consistono in modelli digitali tridimensionali del terreno (Dem/Dsm), ortofoto e cartografia a grandissima scala: la precisione dei rilievi effettuati è valutata nell’ordine dei centimetri. Questo consentirà ad Arpat di avere una valutazione e una caratterizzazione puntuale dello stato dei lavori di escavazione in modo da poter anche verificare la corrispondenza con i progetti presentati e autorizzati. Il drone sperimentale ha preso servizio, in via provvisoria, nel mese di luglio in una cava di Carrara nei giorni 5, 6 e 25 luglio: nel corso delle campagne sono stati posizionati al suolo i bersagli utilizzati per la rettifica e il posizionamento di precisione dei fotogrammi acquisiti durante il volo e sono stati fatti vari voli per la completa acquisizione di tutta la superficie di cava, sia delle zone di estrazione che dei ravaneti. I risultati sono stati ottimi: precisione elevatissima di tutti i rilievi. Insomma, sarà possibile tenere sotto controllo tutti i volumi scavati e se si parla di centimetri non si sgarra davvero, neppure per il rispetto delle prescrizioni in materia di tutela ambientale.
Sono state prodotte l’ortofotocarta dell’area rilevata, le curve di livello con risoluzione di 50 centimetri e la nuvola di punti (point cloud) densa e rada per la rappresentazione tridimensionale e il calcolo dei volumi. Serviranno però anche ‘piloti’ esperti per guidare il drone in remoto. In questo mese saranno svolte altre campagne di rilievo per mettere a punta lo procedura e valutare i cambiamenti nel bacino estrattivo su base bimestrale.