Apuane terreno di scontro fra ambientalisti e cavatori

I due fronti ieri sono venuti a contatto sul versante lucchese dove c’erano due manifestazioni. Briccolani: "Clima mafioso"

Le Apuane e le cave. Un binomio che esiste in pratica da sempre. Ora è diventato anche terreno di scontro. Da una parte gli ambientalisti, dall’altra gli imprenditori e i lavoratori del marmo. Uno scontro legittimo sul piano politico e...verbale, meno su quello... fisico. Ieri i due fronti sono venuti a contatto, sul versante lucchese.

Era in programma una vera e propria festa dell’ambientalismo apuano con l’iniziativa ’Bandiere apuane al vento’ organizzzata da ben 31 associazioni sotto la guida della neonata ’Apuane libere’. Trenta gruppi organizzati hanno raggiunto altrettante cime, le principali delle Apuane, dando vita nonostante la pioggia, a piccoli flash-mob su ogni vetta. L’obiettivo della festa era quello di sensibilizzare su alcuni temi vitali per le Apuane, tra cui fermare quello che loro definiscono uno "scempio", vale a dire l’estrazione selvaggia. Al Passo Sella i manifestanti hanno srotolato uno striscione di 170 metri quadrati con su scritto ’Liberiamo le Alpi Apuane’. Testimonial della giornata, l’atleta paralimpico Andrea Lanfri. Ma gli ambientalisti non erano soli sui monti. E’ stata organizzata, infatti, in territorio lucchese, una contromanifestazione di imprenditori e lavoratori del settore lapideo a cui ha aderito anche il deputato Umberto Buratti. E non tutto è filato liscio, come a Massa e a Carrara.

"A Stazzema c’è stato subito qualche problema – racconta Gianluca Briccolani, presidente dei volontari di ’Apuane Libere’ – ma sul Corchia un gruppo di contromanifestanti ci ha impedito di salire sul Belvedere. Il fatto più grave è accaduto al Passo Sella dove abbiamo incontrato circa 70 persone che ci hanno fatto ritardare di un’ora il programma facendo volare il mio cellulare con cui stavo facendo una diretta social. Nonostante tutto abbiamo strotolato il nostro striscione di 170 metri quadrati. Sembrava tutto finito lì e invece nella via di ritorno siamo stati fermati da due pick-up. C’è stato un diverbio con queste persone e uno di noi è stato anche spintonato. Credo che questo sia un comportamento mafioso che vada denunciato. Non possono vietare il libero pensiero. Anche a loro ho detto che andremo avanti nella nostra battaglia pacifica. Mi stupisco, però, di non aver visto le forze dell’ordine da nessuna parte nonostante fossero state allertate. Teniamo conto che alla nostra manifestazione hanno partecipato le famiglie".

Dall’altra parte il deputato Buratti chiede rispetto per gli imprenditori del lapideo, i lavoratori e le loro famiglie: "Sono intollerabili – afferma – le offese che si leggono sui social da parte dell’associazione “Apuane Libere”. Non è con le offese o con le accuse infondate che si affrontano i problemi ma attraverso il confronto e il dialogo. Sono andato a Levigliani e sul Monte Altissimo per dimostrare, simbolicamente, vicinanza a tutte le comunità che vivono la montagna versiliese con rispetto e, allo stesso tempo, per essere vicino ai lavoratori e alle loro famiglie, ai sindacati e agli imprenditori del settore lapideo".

Luca Cecconi