Massa Carrara, 6 giugno 2024 – Tutto sarebbe partito dalle prime confidenze di una bimba alla mamma su quegli incontri in casa del professore che chiedeva “strane“ cose. E pagava le bambine disposte a farle. L’incredulità, lo sgomento, poi le conferme di altri minori che, via via, aggiungevano particolari, e conferme, ai primi racconti. Ed è arrivata la rabbia insieme al coraggio di chiedere aiuto alle forze dell’ordine perché potessero intervenire, indagare e fermarlo. E le indagini sono partite: per il docente pedofilo, insegnante in alcune scuole primarie del territorio apuano è scattato prima un provvedimento di sospensione cautelare dall’insegnamento, poi l’arresto disposto dalla Procura.
Una storia inquietante quella che emerge dalle denunce e dai successivi riscontri degli inquirenti che sono subito intervenuti raccogliendo riscontri ai racconti dei minori, soprattutto bambine delle scuole medie ma, sembra, anche più piccole. Una storia sulla quale continua a rimanere steso un pesante velo di riserbo che lascia confusione e timori nelle famiglie coinvolte nella vicenda. Vicenda sulla quale gli investigatori avrebbero trovato evidenti riscontri sia durante le perquisizioni nelle abitazioni del docente accusato di pedofilia che nei cellulari dei minori, soprattutto bambine.
Il docente, secondo i primi elementi raccolti dagli inquirenti, sarebbe riuscito a tessere una fitta rete di contatti con decine di bambine che convinceva ad andare in casa sua promettendo divertimento e soldi in cambio di “giochi“ particolari. E sembra avesse fatto addirittura un tariffario. Pagava se si facevano mettere lo smalto, fotografare, se indossavano indumenti intimi, ed altro, “giochi“ molto più gravi secondo gli inquirenti. Quello che succedeva è coperto da uno strettissimo riserbo mentre le indagini continuano.
Nella casa dove le ragazzine si riunivano con il docente gli investigatori avrebbero trovato conferma alle fotografie e ai video nei telefonini dei bambini in cui comparivano anche diversi oggetti erotici. Agli atti dell’inchiesta sarebbero finiti anche audio e filmati, molti elementi che hanno portato il giudice a disporre la custodia cautelare in carcere per il giovane insegnante.