REDAZIONE MASSA CARRARA

Arriva lo chef Rubio e si mette a sfasciare auto per ‘Dmax’

Parte domani la nuova trasmissione che vede protagonista Rubini che racconterà i lavori usuranti

Chef Rubio

Carrara, 29 ottobre 2017 -  Siamo di nuovo in televisione. Chef Rubio approda a Carrara con Dmax a demolire auto. Non importa quanto faticoso, massacrante o disgustoso sia. Né che a fine della giornata le braccia facciano male più di quando giocava a rugby. Rimboccate le maniche, lui ci proverà. Così chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, l’ex campione che tra fornelli, scrittura e tv ha trovato il suo nuovo regno («ma sono tutte parti di me», dice), torna da domani alle 21,10 su Dmax (canale 52 del digitale terrestre), pronto a rimettersi in gioco con i mestieri più duri d’Italia nella seconda stagione di «È uno sporco lavoro». In programma, sei nuove puntate per altrettante regioni, prodotte da Dry Media per Discovery Italia, con 12 mestieri, poco conosciuti e ancora più pericolosi, più uno speciale natalizio sui «duri» lavori delle Feste e cosa si nasconde dietro luci, musiche e cibi sofisticati. Dodici sfide «senza limiti» («D’altronde se non ungo mi sporco», ripete spesso), in cui Rubio ogni volta si mette realmente in gioco al 100 per cento, portavoce di una parte d’Italia autentica e sincera, a volte invisibile o volutamente ignorata, ma fondamentale per il Paese. «Non mi preparo mai, per mantenere il vero effetto sorpresa – racconta –. L’intento è mostrare ciò che non si vede, raccontare quanto lavoro, fatica fisica o grandissima precisione, si celi dietro prodotti che siamo abituati a vedere, ad esempio, sugli scaffali di un negozio». Il viaggio quest’anno parte dalla Sicilia dove Rubio ha prestato servizio nello stabilimento di smaltimento olii, grassi e scarti animali della Sicilgrassi, per poi andare ad aiutare i manutentori della funivia sull’Etna. E ancora, tappa in Toscana, tra i trippai fiorentini e a sfasciare automobili in un’autodemolizione a Carrara. E poi, viticoltore e taglialegna in Valle D’Aosta, coltivatore diretto e manutentore dei binari delle ferrovie in Lombardia, in una discarica pugliese. Sul lago di Lesina con i pescatori di anguille o nelle Marche, in un’azienda agricola, dove si allevano volatili e pollame, «oggi gestita da un rifugiato politico. Si – sottolinea – uno di quelli che molti additano come nullafacenti. Il suo lavoro, invece, ci insegna anche l’importanza di prendere dalla natura solo il minimo indispensabile».