Chi diventerà la capitale italiana dell’arte contemporanea per il 2026? Lo dirà stamani alle 10,30 il Ministro alla Cultura Alessandro Giuli, che ha scelto la futura capitale della Cultura tra Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi. Il ministro deciderà anche sulla base delle audizioni della giuria di esperti presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e di cui fanno parte Sofia Gnoli, Renata Cristina Mazzantini, Walter Guadagnini e Vincenzo Santoro, che la scorsa settimana hanno ascoltato i vari progetti dai delegati delle varie città.
La cerimonia si potrà seguire in diretta sul canale Youtube del Ministero della Cultura. ‘Carrara: da 2mila anni contemporanea’ è il titolo del progetto presentato dalla città apuana a cura di un board curatoriale composto da Cinzia Compalati, Maura Crudeli, Pasquale Direse, Federico Giannini ed Emanuele Guidi. Tutti si augurano che la scelta ricada sulla validità dei progetti e che Carrara, una città di centrosinistra, non venga penalizzata proprio per questo. Ma anche che non si tenga peso della città di Gibellina, il cui presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno è anche presidente del Parlamento e della Fondazione Federico II. Lo stesso che durante le audizioni ha anche annunciato la disponibilità del governo, in caso di vittoria di Gibellina, a creare un tavolo di concertazione sulle infrastrutture a cui con una manovra di bilancio sono stati assegnati 90milioni di euro. Spera di vincere la focal poin Unesco, Maura Crudeli. "Se dovessi raccontarvi l’idea da cui sono partita per immaginare Carrara Capitale dell’arte contemporanea vedreste questa immagine: una comunità chiassosa intorno ad un grande tavolo di marmo su cui sono sparsi 500 pezzi di un puzzle e una clessidra di vetro che scandisce il tempo – dice Crudeli –. Carrara e le sue poliedriche sfaccettature devono necessariamente dialogare per dare un segnale forte alla sua comunità che intravede la bellezza in ogni dove, ma non vede chiara la strada da intraprendere. In questo dossier ho individuato 4 coordinate lungo le quali spostare i 500 pezzi del puzzle. Riqualificare non luoghi attraverso l’arte per donare alla città spazi nuovi, dove far convergere l’energia creativa e stimolare consapevolezza per agire in modo sostenibile sul nostro presente senza compromettere il futuro delle nuove generazioni".
"Rivitalizzare luoghi periferici e bui attraverso l’arte per creare nuovi spazi di connessione e di crescita sociale – prosegue –, disseminando buone pratiche e interscambi culturali nel tessuto urbano. Rafforzare i luoghi dove si fa già arte e metterli a sistema per creare reti funzionali e circoli virtuosi in grado di generare bellezza, benessere, senso di appartenenza. E infine ridisegnare i confini di questo territorio creando una nuova mappa del sentire collettivo, dove la critica deve essere votata alla costruzione di percorsi condivisi e partecipati, dove l’immaginazione e la sensibilità devono dar vita al nuovo puzzle di Carrara, non solo come la somma di quei 500 pezzi sparsi sul tavolo, ma come la visione condivisa da cui ripartire per scrivere un nuovo pezzo di storia apuana".
Alessandra Poggi