Articolo 21 in tribunale. Ricorso delle imprese. L’ira di Serena Arrighi

La sindaca: "Alcuni industriali del lapideo vorrebbero piena disponibilità di un bene della collettività come il marmo senza restituire nulla".

Articolo 21 in tribunale. Ricorso delle imprese. L’ira di Serena Arrighi

Articolo 21 in tribunale. Ricorso delle imprese. L’ira di Serena Arrighi

Non bastavano i ricorsi sui beni estimati, sulle tariffe e sull’enfiteusi perpetua, adesso gli industriali arrivano ad impugnare anche l’articolo 21 del marmo. Un articolo che avevano sottoscritto circa un anno fa e lega il rinnovo delle concessioni sull’escavazione alla realizzazione progetti utili per la collettività. E la prima “marcia indiestro” su quell’articolo condiviso, che prova a restituire alla città un po’ del suo grande patrimonio, è un nuovo ricorso al Tar firmato dalle imprese “Guglielmo Vennai”, “Fantiscritti Marmi”, “Bocca Canalgrande” nella persona del legale rappresentante Erich Lucchetti, ed “Eta Escavazione Tagliata Alta”, attraverso il suo legale rappresentante Michele Galeotti. Le stesse imprese che si erano impegnate a presentare e realizzare un progetto per il recupero dell’ex mercato coperto di Avenza, oltre alla lavorazione in loco di almeno il 50 per cento dei materiali fissata per tutti dalla legge regionale. Due requisiti fondamentali per ottenere il rinnovo delle concessioni.

E non è per ora escluso che le aziende facciano da apri pista per altri ricorsi, come sempre accade quando si tratta di regolamentare l’escavazione del marmo. Un ricorso al Tar con cui si cerca di venire in meno a impegni già sottoscritti dalle stesse aziende. Ma la sindaca di Carrara Serena Arrighi non ci sta e questa volta non usa mezzi termini per commentare la decisione delle imprese tuona "prendere tutto, restituire nulla. Ecco come alcuni industriali del marmo intendono il loro rapporto con la città", tuona.

"Le ditte che al momento della firma della concessione e del rinnovo del periodo transitorio si sono impegnate nel progetto di recupero dell’ex mercato coperto di Avenza – commenta la sindaca Serena Arrighi –, contestano ora l’iter individuato per la sua realizzazione. Questo ricorso testimonia molto bene un sentire comune ad alcuni industriali del lapideo che evidentemente vorrebbero la piena disponibilità di usufruire di un bene della collettività come il marmo delle nostre montagne, senza però restituire nulla in cambio. È passato ormai quasi un anno da quando queste ditte si sono impegnate formalmente nel realizzare un progetto, quello del recupero dell’ex mercato coperto di Avenza, che comporterebbe importanti ricadute per tutta la nostra città e i suoi abitanti. Un progetto sul quale le ditte sono chiamate a investire, si badi bene, non per buona volontà, ma perché in cambio hanno ottenuto precise garanzie su tempi e modi di coltivazione degli agri marmiferi comunali. Adesso che sono chiamate a fare la loro parte per la città, adesso che hanno l’occasione di contribuire al benessere della collettività, queste ditte hanno deciso di presentare un ricorso che come primo effetto potrebbe ottenere il fermo, e conseguenti ritardi, nella realizzazione del progetto".

"Questo ricorso testimonia però anche come, nonostante i tavoli, le discussioni e i continui confronti portati avanti in questi anni – conclude la prima cittadina –, per certi imprenditori sia inconcepibile il concetto stesso di restituzione delle ricchezze accumulate sfruttando un bene pubblico alla collettività a cui questo bene appartiene". E l’amministrazione comunale si prepara a una nuova battaglia giudiziaria che, di certo, non si aspettava. Ed è pronta a resistere per vincere. "Il Comune, ovviamente, si opporrà in ogni sede non solo a questo genere di ricorsi – assicura Arrighi– , ma a questo modo di pensare e di agire".

Alessandra Poggi