
di Natalino Benacci
Si infilano in chiesa nel giorno della festa del patrono e poi muoiono. Il mistero, quasi un prodigio della natura e un segno soprannaturale, si ripete ogni anno ad Arzelato. Nessuno sa dare una spiegazione allo strano fenomeno Eppure nel giorno di San Michele, che cade il 29 settembre, le formiche alate fanno la loro comparsa nell’edificio religioso così come è stato descritto oltre 400 anni fa in cronache e documenti. Il fatto nel passato veniva considerato da molti come miracoloso tanto che un parroco inviò una petizione alla Santa Sede per chiedere, in occasione della festa di san Michele, l’indulgenza plenaria. "Ancora oggi per la ricorrenza del patrono le formiche alate invadono la chiesa e il campanile e si dispongono sulle pareti quasi a ricoprirne la superficie – spiega un anziano abitante -- forse ce ne sono meno di un tempo perché c’è maggiore inquinamento elettromagnentico". I residenti tengono molto al singolare prodigio che un tempo veniva interpretato come un segno celeste e attendevano la ricorrenza del santo per leggere nella maggiore o minore presenza delle formiche alate auspici favorevoli o negativi per il futuro. Per padre Bernardino Campi, che scrisse le "Memorie storiche di Pontremoli", la chiesa di San Michele di Arzelato risale al 456, ma la costruzione avvenne forse in epoca longobarda. Il tempio risulta iscritto negli elenchi degli estimi della diocesi di Luni del 1470 alle dipendenze della Pieve di San Cassiano di Urceola e il fenomeno delle formiche volanti sembra comparso con la fondazione della chiesa. E alla vigilia della celebrazione del patrono gli arzelatesi attendono con ansia l’arrivo delle formiche alate un po’ come a Napoli si prega perché si sciolga il sangue di san Gennaro.