
Una mensa e, sotto, il segretario Dp-Cgil Alessio Menconi
Non è garantito il pasto ai lavoratori dell’Asl Toscana nord ovest, di certo non a quelli che operano nelle strutture extra ospedalaiere dove non ci sono la mensa aziendale e neppure esercenti convenzionati vicino al luogo di lavoro che consentano di esercitare il loro diritto. La denuncia arriva dalla segreteria Fp-Cgil. "Così attualmente molte lavoratrici/ori sono costretti a portarsi da casa il pasto per poter mangiare – denuncia il sindacato – . Il problema si è acuito con l’entrata in vigore del nuovo regolamento orario a seguito del quale l’Azienda aveva preso impegni precisi per la consumazione dei pasti, al fine di rendere omogenee le condizioni lavorative ed evitare disparità di trattamento".
Le sollecitazioni di Fp Cgil stanno portando alla soluzione della situazione in via Don Minzoni. "Ma – continua il sindacato – Purtroppo persiste la negazione di questo diritto nei servizi territoriali: distretti di via Bassa Tambura a Massa, di Avenza, Centro riabilitativo Pelù, distretti Marina di Massa e Marina di Carrara, Serd di Massa e di Carrara, le Villette, distretto di Montignoso, Cim a Massa, attività’ riabilitative psichiatriche a Nazzano. E al Centro di Nazzano il pasto non viene garantito neppure agli utenti, costretti anche loro a portarselo da casa".
Dopo alcuni mesi di attesa e di ripetute sollecitazioni del sindacato oggi i lavoratori non possono ancora usufruire della pausa pranzo. "Tutto questo per l’atteggiamento dell’Azienda di fronte alla nostra richiesta, avanzata di riconoscere ai lavoratori la possibilità di usufruire dei buoni pasto laddove non siano presenti le condizioni per garantire la presenza di una mensa aziendale o di locali simili – sottolinea la Cgil –. Ai sensi dell’articolo 3 del regolamento aziendale, le mense devono essere a disposizione dei lavoratori per la fruizione del pasto. Laddove l’accesso all’esercizio convenzionato non è presente , o nel caso la presenza non consenta al dipendente di “rientrare entro trenta minuti”, l’azienda deve garantire il diritto attraverso il “cestino–pasto”, buoni pasto . Attualmente non hanno garantito il pasto pur lavorando anche in turni da 9 ore i lavoratori, di diversi profili professionali, assistenti sociali, infermieri, ostetriche, educatrici, amministrative, fisioterapisti, oss". Il sindacato chiede quindi di attivare immediatamente il servizio mensa sostitutivo. "In difetto – annuncia –, saremo costretti a rivolgerci nelle sedi opportune per la tutela delle loro ragioni e per ottenere il risarcimento dei danni".