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Massa, Aurora torna a vivere grazie a un defibrillatore innovativo: primo impianto in Toscana

La giovane salvata dopo un arresto cardiaco con un dispositivo che porta il suo nome: “Ora ho due date da festeggiare”.

Aurora con il team Monasterio

Aurora con il team Monasterio

Massa, 28 novembre 2024 – Palloncini colorati, fiori e il calore di familiari e medici. Così Aurora ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno, lo scorso 18 ottobre, nella degenza dell’Ospedale del Cuore di Massa. Ma per lei è stato molto più di un semplice compleanno: è stata la celebrazione di una "seconda vita".

Aurora è nata con una patologia che altera l’attività elettrica del cuore, esponendola al rischio di gravi aritmie. Una condizione silente, fino a quando, durante uno studio elettrofisiologico il 14 ottobre scorso, il suo cuore si è fermato.

Una lotta contro il tempo

Mentre Aurora era sotto esame, un’aritmia improvvisa l’ha portata all’arresto cardiaco. Per oltre 40 minuti i medici hanno cercato di rianimarla senza successo. La situazione era critica, così la dottoressa Francesca Chiaramonti ha deciso di impiantare l’Ecmo, una macchina cuore-polmoni, che ha permesso al cuore di Aurora di riprendere a battere autonomamente.

Aurora si è ripresa, ma il suo cuore necessitava di un sostegno permanente: un defibrillatore. Per lei, però, serviva un dispositivo speciale, mai impiantato prima in Toscana. Il destino ha voluto che quel defibrillatore si chiamasse proprio come lei: Aurora.

Un dispositivo unico

Più piccolo e preciso rispetto agli altri, il defibrillatore Aurora garantisce un intervento delicato sul cuore, riducendo l’intensità dell’impulso elettrico e aumentando la durata della batteria. Il suo impianto richiede un’elevata competenza e il lavoro congiunto di un elettrofisiologo e un cardiochirurgo.

All’Ospedale del Cuore il team composto dai dottori Andrea Rossi, Silvia Garibaldi, Giovanni Concistrè, Alessia Lenoci e Federica Ceccotti ha pianificato ogni dettaglio dell’intervento, che si è svolto con successo nella sala ibrida del nuovo blocco operatorio.

“Grazie a tutti, ora sono tornata a vivere”

Il 18 ottobre, Aurora ha compiuto 18 anni. Tra abbracci, risate e il sorriso dei medici, ha festeggiato la sua rinascita. Tornata nei giorni scorsi per un controllo, ha ricevuto la conferma che il device funziona perfettamente. “Da oggi avrò due date da celebrare: quella in cui sono nata e quella in cui sono tornata a vivere. Grazie infinite a tutti”, ha detto commossa. La madre Francesca ha voluto ringraziare il team di Monasterio: “Sono stati giorni durissimi, ma ho trovato nei medici professionalità, umanità e umiltà”.

“La storia di Aurora - ha commentato il direttore generale di Monasterio, Marco Torre - ci rappresenta: la patologia congenita, il nostro team multidisciplinare, la personalizzazione della cura che ci porta a impiantare un device altamente innovativo perché Aurora aveva bisogno proprio di quello che, stranamente, portava il suo nome. E la immancabile umanità di tutto il nostro personale. Tecnologia e innovazione sono una risorsa preziosissima per Monasterio, ma la loro forza è amplificata proprio da quella umanità e dalla capacità di mettere la persona sempre al centro. Per questo ci siamo sentiti tutti invitati al diciottesimo compleanno di Aurora perché la sua storia è anche la nostra. Grazie a tutto il team e buona vita alla giovane Aurora””.