Autovelox choc, nuove polemiche: "Nessun apparecchio è omologato. Un problema di vuoto legislativo"

Gatto, presidente nazionale Globoconsumatori: "Il risultato è che degli 8mila ricorsi l’anno, il 96% è accolto"

Autovelox choc, nuove polemiche: "Nessun apparecchio è omologato. Un problema di vuoto legislativo"

Autovelox al centro del dibattito dopo che nei giorni scorsi un autovelox choc in località Fabbrica, ha registrato 167 infrazioni in 73 minuti. La notizia si è rapidamente diffusa e sono scoppiate molte polemiche (foto di repertorio)

"In tutta Italia non esistono né autovelox né semafori T-Red omologati, ma solo approvati con determine dirigenziali delle amministrazioni locali". A dirlo è Mario Gatto, presidente nazionale della associazione Globoconsumatori (55 sedi in tutta Italia con oltre 400mila associati) e membro della commissione del ministero dei Trasporti, che interviene sulla vicenda dell’autovelox choc che in località Fabbrica, ha registrato 167 infrazioni in 73 minuti. La notizia si è diffusa ed è arrivata anche in Piemonte, da dove Gatto, esperto in materia per i ruoli che ricopre, ha fatto alcune precisazioni.

"In Italia ci sono 11400 autovelox, ma nessuno è omologato perché le omologazioni possono essere rilasciate solo dall’ex Ministero dello Sviluppo Economico (che ora si chiama delle Imprese e del Made in Italy, ndr.) perché si tratta di una misurazione spazio-tempo e l’unico autorizzato in materia di pesi e misure è questo ministero – spiega Gatto - con il risultato che degli 8000 ricorsi che ogni anno vengono presentati, il 96% viene accolto. Tanto per cambiare in Italia c’è un vuoto legislativo, non esiste alcuna omologazione, c’è un marasma totale e alla fine i cittadini risultano truffati". Gatto accenna ad alcune sentenze: "Nel 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 45 del nuovo Codice della strada del 1992, nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Successivamente il DM 282/2017 del Ministero Infrastrutture e Trasporti, ha stabilito che nelle more della emanazione di specifiche norme per la omologazione, ogni dispositivo deve essere sottoposto a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura con cadenza almeno annuale. Ma dopo sette anni siamo sempre nelle more e non si è mai andati oltre". Dal suo osservatorio privilegiato, Gatto snocciola alcuni dati interessanti: "la velocità è solo la quarta causa di incidenti in Italia, ai primi tre posti, nell’ordine, ci sono le distrazioni da cellulare, la guida in stato di ebbrezza, la guida sotto effetto di sostanze stupefacenti. Gli autovelox erano nati per fare prevenzione, ma oggi sono usati solo per fare repressione". Poi puntualizza: "Per legge, contro la Pubblica Amministrazione non si può fare class action, ciascun automobilista deve fare causa individualmente, ma un soggetto che ha ricevuto più verbali può riunirli in una sola causa". Quindi Gatto conferma quel che per tanti è un forte dubbio: "In Italia gli autovelox sono proliferati da quando è stata abolita l’Imu sulla prima casa", come dire che per le amministrazioni locali è diventato un sistema per far cassa e compensare i mancati introiti dal mattone. "Il 10% degli autovelox del mondo sono in Italia, e questa è una percentuale pazzesca", conclude.

Maurizio Munda