
I conti forse non tornavano, quindi perché non vendere il bar e con esso liberarsi anche dei debiti? L’operazione non è andata bene grazie alle forze dell’ordine e anche ad un creditore: aveva capito che non avrebbe più ricevuto quanto gli spettava. E così è iniziata l’inchiesta che ieri mattina, in Tribunale a Massa, ha visto condannare Nicola Mari a tre anni per bancarotta fraudolenta mentre la signora che era alla sbarra insieme a lui (l’imprenditrice che aveva rilevato il locale) è stata assolta con formula piena. Un dato importante: parliamo di uno dei locali più noti e frequentati del centro città, che adesso però è da anni con una gestione diversa, del tutto estranea a questi giochi. Secondo la Procura della Repubblica, Nicola Mari comprò il locale nei primi anni del secolo. Dopo aver gestito per qualche tempo il locale, decise di vendere tutto. A vendere il locale, con un gioco di scatole cinesi, è stata la società “Il bastardello“. Ma era già nel mirino della Procura: e dopo il decreto di sequestro venne nominato anche un curatore della società che gestiva il locale. Per capire meglio i tempi, basta dire che Nicola Mari decise di passare all’azione alla fine dell’anno 2009. Ma tutta l’operazione andò a monte per l’intervento delle forze dell’ordine. Che avevano avuto fiuto. I beni dell’azienda, una volta asportati, vennero portati in un deposito a Filattiera ma il loro valore non bastava nemmeno a risarcire il creditore più importante.
Attraverso una scatola cinese il ristoratore aveva costituito una società e pensato di uscirne pulito, ma così non è stato: ieri l’uomo è stato condannato a 3 anni. La Procura aveva chiesto 3 mesi in più: il collegio giudicante presieduto dal giudice Ermanno De Mattia ha tolto i mesi ma ha accolto l’ipotesi accusatoria sostenuta dal Pm Giulia Giancola.
E’ giusto dire che la difesa del condannato aveva chiesto l’assoluzione o la derubricazione dell’accusa, richiesta respinta dal collegio dopo la camera di consiglio. Il sequestro del locale in pieno centro era avvenuto poco prima della conclusione dell’operazione di vendita e tutti i beni che vennero asportati dal locale furono necessari per il pagamento parziale dei creditori
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