MARIA NUDI
Cronaca

Sos dal bar: "Saremo costretti a non riaprire"

Riccardo Basteri de "Le fate ignoranti" di Marina si appella al Governo: "Occorre fare presto ma soprattutto ripensare a certe prescrizioni"

Riccardo Basteri, 34 anni, è il titolare del bar "Le fate ignoranti" di Marina di Massa

Riccardo Basteri, 34 anni, è il titolare del bar "Le fate ignoranti" di Marina di Massa

Marina di Massa, 23 aprile 2020 - Cappuccino e brioche per andare avanti e caffè per avere la forza di credere ancora nel futuro. "Le fate ignoranti", il bar di Marina di Massa che ha il volto di Riccardo Basteri da settimane fa consegne a domicilio. Ma la crisi rischia di mettere a rischio il futuro di questa attività e di tante altre analoghe che oltre a una crisi che dura da tempo devono confrontarsi con i nuovi scenari imposti dall’emergenza Covid-19. E così, dopo l’"sos" di Bruno Ciuffi del bar “La Perla“ di Massa, anche il giovane titolare de "Le fate ignoranti" lancia un appello accorato al Governo perché non mandi alla deriva le attività e perché dia aiuti concreti agli operatori commerciali. "Se nel rispetto e nella salvaguardia della salute pubblica non si ripensa alle norme e alle prescrizioni per le nostre attività molti saremo costretti a chiedere, perché non possiamo sostenere lo scenario che si profila. Spero che il Governo comprenda la situazione e spero che la data del 18 maggio per la riapertura dei bar sia quella giusta. Ho aperto il bar tre anni fa, è la mia vita, e questo lavoro lo faccio con passione, ma così non posso andare avanti".

Riccardo Basteri ha 34 anni e "Le fate ignoranti" rappresenta la realizzazione di un sogno. "Al Governo dico di venire a salvarci. Fate qualcosa per il commercio e fate presto perché siamo in rianimazione e l’ossigeno sta per finire". Riccardo lancia attraverso La Nazione un appello disperato alle istituzioni perché sia prendano dei provvedimenti concreti. "Da due mesi sono chiuso – racconta – e capisco benissimo che è necessario per la salute pubblica. Ma lo Stato ci ha abbandonato, tante parole senza nessuna azione concreta".  

In cosa sperate? "Vorremo delle linee guida per lavorare bene e in serenità. Dobbiamo riaprire e cercare di tornare lentamente alla normalità, senza che taglino le gambe costringendoci a lavorare in condizioni impossibili. Le nostre attività sono parte consistente della economia italiana. E noi lavoriamo anche con il cuore. Vorrei che il Governo ci desse fiducia. A certe prescrizioni siamo costretti a dire di no: spese tante e guadagno zero. Se non accadrà qualcosa sarò costretto a chiudere e come me tanti".  

«Ne approfitto – conclude Riccardo – per ringraziare la padrona del fondo dove ho il bar. Ha capito la situazione ed ha congelato l’affitto per questo periodo. Un gesto di comprensione. E poi voglio ringraziare i clienti. Da quando facciamo le consegne a domicilio ci hanno fatto capire, a me e a mia sorella Laura, quanto tengono a noi. Portare a domicilio colazioni, caffè e appuccino, significa andare avanti, sentirci sostenuti. E ringrazio mia sorella che in questa battaglia mi sostiene". © RIPRODUZIONE RISERVATA