
‘Barricate’ del Cai per le Apuane. Attacco frontale al presidente Giani: "Le cave minacciano le montagne"
Le parole del presidente della Regione, Eugenio Giani, a favore dell’attività estrattiva anche nell’area del Parco delle Alpi Apuane rischiano di creare un buco, anzi una voragine, proprio come quelle lasciate dalle cave di marmo. Stavolta, però, il ‘vuoto’ si spalanca sotto i piedi del governatore in vista delle prossime elezioni regionali: se dovesse ricandidarsi, infatti, potrebbe ritrovarsi senza il fronte ambientalista dove di solito pesca voti il centrosinistra. Le sue parole al convegno di Gorfigliano su ‘pianificazione del territorio, valorizzazione del prodotto lapideo e modelli innovativi di economia locale’, hanno sollevato un polverone politico, l’alzata di scudi della Federazione speleologica toscana e ora del Cai regionale che giudica le affermazioni pericolose e irricevibili.
Segnale di un enorme passo falso che può bruciare addirittura una ricandidatura e minare la possibile rielezione. "Desta stupore che le Alpi Apuane siano considerate dalla Regione, come un ‘giacimento’ economico – sottolinea il Cai Toscana –, correlato esclusivamente all’estrazione del marmo. Il convegno era volto ad approfondire non si sa quale sviluppo sostenibile della Garfagnana, passando dalla valorizzazione dell’attività estrattiva, quale unico modello di innovazione. Non è possibile ascoltare dal Presidente della Regione che a Carrara, nei bacini industriali, si proceda ‘senza tanti limiti’, mentre nei territori oggetto del Parco (cioè nelle aree di cava intercluse) vi sia una estrazione ‘vincolata’ che crea di fatto una contrapposizione tra una estrazione di serie A e una estrazione di serie B. Ed è pericoloso ascoltare e pensare che la ‘visione’ della Regione vada nella direzione di permettere che l’estrazione, anche nei territori del Parco, sia (de)regolamentata come all’interno di un bacino industriale. Sono dichiarazioni irricevibili che il Cai non solo non condivide, ma non è disponibile ad accettare".
Il Club alpino, infatti, denuncia da anni che le attività estrattive in aree contigue del Parco "compromettono l’equilibrio della biodiversità, del paesaggio, mettono a repentaglio la riserva idrica più importante della regione contenuta nel sistema carsico delle Alpi Apuane. Non si capisce quale sia pertanto il buonsenso citato dal Presidente della Regione. L’unico senso che il CAI legge in queste affermazioni è quello di un ulteriore danno ambientale al fragile equilibrio delle Alpi Apuane, alla cui tutela gli enti preposti hanno rinunciato da troppo tempo ormai. E questo non è ulteriormente accettabile". Il Cai chiede il parere dell’assessora all’ambiente Monni anche in relazione alla proposta di Piano Integrato, fermo in Regione "al solo fine e scopo di non permettere a un Parco di svolgere la primaria funzione di tutela di un ecosistema unico e irripetibile".
Francesco Scolaro