
MARINA DI CARRARA
Siamo arrivati al limite, le cose devono cambiare subito": è la preoccupazione dei commercianti di Marina riguardo i disordini sempre più frequenti che avvengono nella zona della movida. L’incidente di venerdì sera nei pressi della Caravella è solo l’ultimo di una serie di episodi che stanno creando problemi a residenti e negozianti. Il presidente del comitato Zona Marina Gino Stefanini chiede aiuto alla politica: "Speriamo che sindaco e Prefetto si incontrino, ci facciano sapere le soluzioni che hanno in mente. Dai fatti di venerdì sera il mio comitato ha accresciuto le adesioni. La gente ha paura, stiamo valutando alcune proposte, accettiamo quelle costruttive e non soluzioni basate su violenza o strumentalizzazioni politiche. Bisogna capire i problemi del disagio giovanile e risolverlo. Carrara non è questa, è un’altra cosa". I negozianti chiedono aiuto, Laura Lattanzi di Laura Boutique: "Situazione insostenibile e surreale. E’ sempre peggio e ho paura, sono sequestrata nel mio negozio. Sto valutando di chiudere le sere dei fine settimana perché è quando ci sono più problemi. Il comitato sta raccogliendo le firme, come commercianti invieremo un esposto al Prefetto. Tutti devono poter lavorare in sicurezza, bar e negozi. Si faccia in fretta". Di un parere simile Marzia Giornetti dell’omonima gioielleria: "La situazione va risolta in fretta, è ingestibile, le famiglie devono intervenire coi ragazzi, c’è disagio sociale, si vedono scene incredibili in Via Rinchiosa. Io sono stata travolta da un ragazzo ubriaco e sono finita al pronto soccorso. L’avvento della zona pedonale ha peggiorato le cose, dal lockdown ancor di più. Se il Comune vuole che questa diventi la zona movida ce lo deve dire, noi vedremo come fare". Giacomo Timbro dei locali BonPrò, BonProncino e Porfirio dice: " Non è facile gestire i locali con questi incidenti, soprattutto dal lockdown. Nel mirino finiamo noi solo perché i ragazzi hanno in mano le bottiglie. Per legge non possiamo vendere bottiglie di vetro da 66 cl ma solo servirle ai tavoli. Bisogna vedere se tutti rispettano questa cosa, io ho la coscienza pulita e rispetto le regole. Ho un danno d’immagine, vanno presi provvedimenti rapidi". Diego Crocetti della Maison parla di disagio: "Questi ragazzi sono compressi, c’è un disagio sociale. Non ci si comporta come hanno fatto, conta molto il fattore psicologico, i lockdown esasperano gli animi di persone già agitate di loro, non tutti reagiscono in ugual misura". Daniele Giannotti dell’omonima gelateria dice: "Il prefetto deve garantire l’ordine, questa zona dovrebbe essere il fiore all’occhiello. Le famiglie hanno diritto a passeggiare in pace e stanno iniziando a non venire più. Sono sempre i soliti a creare confusione". Gianmaria Menconi del Bistrot: "Noi siamo le vittime, non i carnefici, manca la logica del chi sbaglia paga, andrebbero inaspriti i controlli e le pene. Locali come il nostro si associano al caos che si crea ma non c’entriamo niente con quei pochi matti in giro. E’ gente nota". Per Alessandro Andreetta del Lombardi Cafè conta il rispetto delle regole:" Chiediamo aiuto, alle 18.05 le forze dell’ordine intervengono per allontanare i ragazzi, devono però essere allontanati da tutti i locali, non solo da alcuni. Serve maggior collaborazione. Il problema sono solo alcuni ragazzi e forse le attività di un certo tipo". Anche Nicola Gianfranchi del Johhnie Fox’s è dello stesso parere: "Sono sempre i soliti a fare il danno, siamo in balia di questi ragazzini. Possibile che i genitori non se ne rendano conto? Questi giovani non sembrano intimoriti nemmeno dalle forze dell’ordine, si faccia qualcosa". Alessandro Palagi del bar Samba commenta: "Ogni pretesto è buono per creare scompiglio, quei pochi agitati creano un danno a un quartiere intero, noi siamo penalizzati da questa cosa, anche se rispettiamo le regole".
Daniele Rosi