Bayesian inaffondabile. Costantino deciso: "Troppi errori umani. Il meteo era previsto"

Il Ceo di Tisg punta l’indice sull’imperizia e la superficialità e ipotizza l’apertura del portellone di poppa che ha imbarcato acqua "Domandatevi come mai in quella sera non erano usciti i pescatori" .

Bayesian inaffondabile. Costantino deciso: "Troppi errori umani. Il meteo era previsto"

Il Ceo di Tisg punta l’indice sull’imperizia e la superficialità e ipotizza l’apertura del portellone di poppa che ha imbarcato acqua "Domandatevi come mai in quella sera non erano usciti i pescatori" .

"Bayesian non doveva essere lì". Con un tragico errore umano Giovanni Costantino, ceo di The italian sea group, che di recente ha acquistato Perini, cerca dispiegare come la barca a vela inaffondabile sia colata a picco di fronte alla costa di Palermo e di tutelare il nome del blasonato marchio rilevato all’asta fallimentare nel dicembre 2021. Proprio nei cantieri Perini, nel 2008 venne varato il Bayesian, il veliero di 56 metri inabissatosi al largo di Palermo. Per un evento naturale? Per una serie errori umani? Sicuramente non per un difetto strutturale. Ed è per questo che The Italian Sea Group sta affilando le armi con i propri legali ed è pronto alla battaglia legale. "Era stato detto che l’albero così alto era pericoloso e che si era spezzato. E invece l’albero è perfettamente integro. Ma noi – tuona Costantino – abbiamo avuto un danno d’immagine enorme e abbiamo avuto una flessione in borsa. E questo è inaccettabile".

L’inchiesta della magistratura servirà a chiarire con esattezza cosa è accaduto, ma un fatto è certo: le navi Perini sono da sempre sinonimo di sicurezza e affidabilità. Praticamente inaffondabili. "Una nave Perini – ha detto Giovanni Costantino – ha resistito all’uragano Katrina – ed è in grado di solcare tutti i mari del mondo. Figuriamoci se poteva andare in difficoltà di fronte a una tromba d’aria". Neppure troppo potente. "Di sicuro – prosegue l’imprenditore – l’evento di Palermo avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenute delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave". Secondo Costantino l’affondamento del veliero da sogno firmato Perini si deve a una serie di errori umani che mai e poi dovrebbero essere commessi a bordo di un’imbarcazione, tanto più di uno yacht da 56 metri.

Tanto per cominciare la tempesta, sottolinea l’imprenditore, non è arrivata all’improvviso. Tant’è che i pescatori dell’isola, quella sera non erano usciti, ma erano rimasti in porto. La tempesta era prevista e pertanto dovevano essere prese le giuste contromisure. Le persone non dovevano restare nelle cabine "perché – spiega – si sono trovati come topi in trappola". La barca poi non doveva restare in rada: dovevano essere accesi i motori, tirata su l’ancora e abbassata la deriva. E soprattutto dovevano essere chiusi e sigillati tutti gli oblò e boccaporti. "Se mettevano la prua al vento la mattina dopo – prosegue l’amministratore di Italian Sea Group – sarebbero ripartiti per la loro crociera a danno zero"."Questa immane tragedia – conclude Giovanni Costantino, che per motivi di lavoro in questi giorni si trova a Malta – poteva essere evitata, tanto più a bordo di un’imbarcazione che ha tutte le caratteristiche per resistere alle alle tempeste più tremende in ogni mare del mondo.Di sicuro il portellone di poppa era aperto — lo dicono i sommozzatori — e noi pensiamo che forse era aperto anche qualcos’altro: ci sono delle porte in sovrastruttura che già con una inclinazione di 30 gradi, se aperte, avrebbero imbarcato acqua. In quella posizione, senza più gestione, si è inclinata a 90 gradi per un solo motivo: perché l’acqua ha continuato a entrare. Ed è affondata in sei minuti. In una situazione di allerta meteo era inopportuno fare un party. Non quella sera".