ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

Sarzana, ricovero negato a Bedini: "La famiglia aveva chiesto un Tso"

Il legale del presunto killer Rinaldo Reboa: "Pochi giorni prima degli omicidi i genitori erano particolarmente preoccupati per lo stato d'animo del loro figlio, ma l'ufficiale sanitario ha derubricato la richiesta"

Daniele Bedini

Daniele Bedini

Massa Carrara, 15 giugno 2022 - Emergono altri dettagli inquientanti sul presunto killer Daniele Bedini, il 32enne fermato dai carabinieri di Sarzana per il delitto di Nevila Pjetri avvenuto la notte tra sabato e domenica 5 lungo la strada sterrata che costeggia lo stabilimento balneare Soleado a Marinella, il cui corpo è stato ritrovato a due chilometri di distanza nelle vicinanze del torrente Parmignola a Sarzana. Secondo quanto raccontato in queste ore dal legale della difesa Rinaldo Reboa, la famiglia il primo di giugno, quindi alcuni giorni prima il tragico delitto, avrebbe chiesto un trattamento sanitario obbligatorio per il giovane, poi rifiutato. "Sono a conoscenza – riferisce – che i familiari avevano chiesto la sera un tso, perché particolarmente preoccupati per lo stato d’animo del loro figlio, ma l’ufficiale sanitario ha derubricato la richiesta convertendola in trattamento sanitario, non ravvisando la necessità del Tso e dopo averlo visitato è stato rimandato a casa. Non saprei se sotto effetto di qualcosa o semplicemente alteratoi. Chiariremo anche questo nel corso delle indagini difensive".

Un dettaglio non da poco, che va ad aggiungersi a un altro aspetto, quello giudiziario, ovvero la mancata carcerazione del 32enne dopo la decisione della Cassazione dello scorso fine dicembre, che di fatto respingeva il ricorso dello stesso Reboa alla sentenza della Corte d’Appello di Genova che confermava la condanna del tribunale di Massa e apriva le porte del carcere a Bedini per la rapina a mano armata commessa nel 2019 all’agenzia di scommesse Terry bell di Fossola: una rapina ‘strana’, dove lo stesso Bedini, dopo aver minacciato con una pistola il dipendente dell’egenzia se n’era andato scusandosi con lo stesso. Il presunto killer era stato ’tradito’ dai tatuaggi e dalla camminata dondolante, tipica dei bodybuilder, immortalati dalle telecamere a circuito chiuso che avevano registrato questi dettagli dando così una prova inconfutabile ai carabinieri di Carrara per arrestarlo.

Anche in questo caso qualcosa non ha funzionato: Bedini doveva essere in carcere da mesi, ma era ancora a piede libero. E su questo buco la ministra Marta Cartabia la settimana scorsa ha preso il caso in mano, per capire che cosa della macchina giudiziaria abbia smesso di girare. A fine settimana sono stati inviati gli ispettori da Roma al Tribunale di Massa e, in attesa degli esiti di questa attività, anche il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, che condivide con la ministra la titolarità dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati, ha iscritto un procedimento conoscitivo. A posteriori la domanda che sorge spontanea è una sola: potevano essere evitato l’omicidio di Pjetri? Se le indagini spettano agli inquirenti e le sentenze si scrivono nelle aule di tribunale, ogni giorno che passa emergono notizie inquientanti di una storia che ha ben poco di lineare.

Allo stato attuale, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere (anche contro il parere dello stesso legale) durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto venerdì, Bedini si trova nel carcere Villa Andreino, alla Spezia, per il delitto di Pjetri, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. A suo carico, secondo l’ordinanza del gip di Spezia, Fabrizio Garofalo, ci sono “gravi indizi di colpevolezza“.

Ma c’è aperto anche un altro fascicolo a suo carico, quello che riguarda l’omicidio di ’Camilla’ Carlo Bertolotti, la 43enne trans parrucchiera originaria di Ceparana, ma residente da un anno ad Albiano Magra, trovata morta a 3 chilometri dal primo omicidio, nelle vicinanze di Marinella di Sarzana la mattina di martedì, 24 ore dopo il primo ritrovamento. Anche per questo delitto Bedini è indagato per omicidio volontario: a casa del 32enne sono stati trovati i documenti e alcuni effetti personali della trans. La polizia sta analizzando ogni pista utile prima della conclusione delle indagini, che avverrà nei prossimi giorni.