DANIELE ROSI
Cronaca

Beni estimati verso lo stop. La lista Ferri chiede la legge e il consiglio approva

Si punta all’abolizione della natura privata delle cave e a unificarle tutte nel patrimonio indisponibile del Comune. La ’lettura’ di Filippo Mirabella.

Beni estimati verso lo stop. La lista Ferri chiede la legge e il consiglio approva

Beni estimati verso lo stop. La lista Ferri chiede la legge e il consiglio approva

Il consiglio comunale vota per la natura pubblica dei beni estimati. Lungo dibattito sulla mozione presentata dal consigliere d’opposizione Filippo Mirabella per sollecitare una legge che determini la natura pubblica dei beni estimati alle cave. La mozione, approvata con 16 voti a favore e 4 contrari e l’aggiunta di un’integrazione del consigliere Matteo Martinelli sul lavoro del consigliere regionale Cinque stelle Giacomo Giannarelli, ha trovato l’appoggio anche dalla maggioranza. Mirabella ha ricordato l’editto del 1751 oggetto di studi di costituzionalisti. "L’intento dell’editto non era attribuire la proprietà dei fondi concessi ai soggetti iscritti nell’estimo come possessori – ha spiegato Mirabella – ma consolidare il loro godimento e assicurare il dominio alle vicinanze, che lo avevano poi trasferito agli enti pubblici che hanno così ereditato la titolarità pubblicistica dei territori. Si era quindi determinata la natura pubblica dei beni estimati". La mozione impegna sindaco e giunta a sollecitare le forze politiche nella battaglia giuridica per affermare il principio per cui i beni estimati appartengono al patrimonio indisponibile comunale con una nuova proposta di legge. "Serve una soluzione giuridica in cui si affermi che questi beni – ha sottolineato il capogruppo Pd Gianmaria Nardi – non possano che essere trattati come un bene comune". E’ stata poi votata a maggioranza anche un’altra mozione del Pd illustrata dal consigliere Nardi. Si punta ad aumentare le ricadute del lapideo sul territorio e a idee che portino maggior gettito, in particolare per i materiali estratti di maggior pregio. "Un passo in avanti su redistribuzione, sicurezza sul lavoro e ambiente, va fatto – ha spiegato Nardi – e in più siamo alla fine della preparazione sul regolamento della tracciabilità, che non deve essere visto come misura coercitiva". Argomenti già avanzati dalla Cgil. Il segretario Nicola Del Vecchio chiede nuovi equilibri su ambiente, redistribuzione, lavoro e sicurezza.

Tra i temi in consiglio anche il 50 per cento della lavorazione in loco. Argomento che se il Pd ha ribadito essere stato proposto dalle stesse aziende, è stato contestato dall’opposizione. Se per Bernardi la soglia porterà a numerosi ricorsi, Caffaz ha aggiunto che l’attuale impostazione potrebbe portare a un monopolio parziale delle cave.