Bergamo è la provincia italiana con la migliore qualità della vita per il 2024. È quanto emerge dall’analisi annuale del Sole 24 Ore sulle 107 province italiane, che misura il benessere dei territori attraverso diversi indicatori economici, sociali e ambientali. Ben 90 indicatori (tutti certificati) divisi in 6 grandi gruppi: ricchezza e consumi; affari e lavoro; demografia, società e salute; ambiente e servizi; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. E’ la prima volta che Bergamo balza in vetta nella ricerca che il quotidiano economico-finanziario svolge dal 1990. Un primato sorprendente se consideriamo che nel 2020, l’anno del Covid e della sfilata proprio nella città lombarda dei camion carichi di bare, era al 53°. E’ la conferma di una ’rinascita’ evidente da tutti i punti di vista. L’anno scorso Bergamo era al 5° posto. Sul podio poi ci sono due habitué dell’alta classifica – Trento e Bolzano – che fanno del Trentino Alto Adige la miglior regione d’Italia come qualità della vita.
E Massa Carrara? La provincia apuana conferma in pratica il risultato dello scorso anno. Si trova al 70° posto, in leggerissima risalita rispetto al 2023 quando era al 72°. Raffrontando il dato con le altre province toscane il quadro non è lusinghiero, anzi. La nostra provincia è ultima in Toscana: la migliore è Siena (15ª posizione con ben 15 posizione quadagnate), poi in maniera sorprendente Prato (31ª, stesso risultato del 2023), Pisa (34ª con uno scivolone di 13 posizioni), Firenze (36ª con un tonfo secco di 30 posti), Arezzo (41ª, più 4), Grosseto (56ª), Pistoia ((61ª), Livorno (62ª) e Lucca (68ª).
Il risultato della provincia apuana è tra metà classifica e zona retrocessione, per dirla in chiave sportiva, confermato anche dalle graduatorie dettagliate dei vari indicatori, con alcuni alti e bassi. Partiamo dall’alto. Massa Carrara è al 33° posto per quanto riguarda cultura e tempo libero, al 36° posto per giustizia e sicurezza e al 49° per ricchezza e consumi. Le altre classifiche sono peggiori della sua media: è al 91° posto per ambiente e servizi, al 94° per demografia, salute e società e addirittura al 102° posto (sest’ultima in Italia) per affari e lavoro.
Entrando ancora di più nel dettaglio balzano agli occhi alcune mini classifiche dei 90 indicatori su cui si basa l’inchiesta. Ce ne sono tre in negativo, una in positivo e un’altra che viene classificata con il segno meno ma che francamente lascia il tempo che trova. Partiamo dai dati senz’altro negativi: Massa Carrara è al penultimo posto in Italia (106ª) per infortuni mortali sul lavoro o con una inabilità permanente. Solo Potenza è peggio. E sempre nel lavoro è quint’ultima (103° posto) per il cosiddetto ’gender pay gap’, vale a dire la retribuzione media annua delle donne rispetto ai maschi nel settore privato. Dietro Massa Carrara ci sono soltanto nell’ordine Chieti, Potenza, Caltanissetta e Siracusa. Altro dato su cui riflettere riguarda la salute ed è il consumo di farmaci per depressione: la nostra provincia è terz’ultima (105ª) davanti solo a Pistoia e Lucca e leggermente meglio di La Spezia e Grosseto. Qui c’è da tenere conto però di un fattore, un po’ come avviene per le denunce in tema di criminalità. C’è un grande consumo di farmaci anti depressivi, ma questo significa anche che ci controlliamo e curiamo. E veniamo al dato classificato in negativo: la provincia apuana è penultima in Italia (106ª) nella graduatoria che premia invece gli amministratori comunali con meno di 40 anni. Ultima è Livorno e prima Agrigento. D’accordo, in politica è sempre auspicabile il ricambio e sarebbe meglio che i giovani se ne occupassero in modo concreto e democratico, però avere amministratori sopra i 40 anni non è certo un male. Ma tant’è. Infine concludiamo con l’unico vero dato positivo per Massa Carrara: siamo in testa in Italia per numero di librerie in rapporto alla popolazione davanti a Grosseto e Nuoro con Prato all’ultimo posto. Consoliamoci con i libri, non è poco.