REDAZIONE MASSA CARRARA

Bilancio Autorità Portuale: divario di 71 milioni e rischio stabilità finanziaria

I revisori dei conti evidenziano un divario di 71 milioni nel bilancio dell'Autorità portuale, sollevando rischi di stabilità finanziaria.

Port authority: l’affondo dei revisori. Il collegio bacchetta sulle entrate

Il bilancio dell’Autorità portuale ha avuto le prescrizioni dei revisori

Un bilancio che ha trovato l’approvazione dei tecnici, ma che ha ricevuto severe prescrizioni. I revisori dei conti sul bilancio dei prossimi tre anni dell’Autorità portuale di sistema evidenziano un netto divario fra entrate e copertura dei progetti su Marina e sulla Spezia. Mancherebbero all’appello 71 milioni che dovranno essere finanziati con un mutuo. Da qui l’input del collegio dei revisori dei conti che sollecita di rimodulare i progetti i cui costi non sono del tutto coperti.

"Tale programma – si legge nella relazione – risulta caratterizzato da un corposo e ambizioso programma di riqualificazione di aree e infrastrutture portuali, per una spesa complessiva superiore ai 451 milioni di euro nel triennio che risulta, tra l’altro, solo in minima parte coperta da risorse proprie, nonostante l’attuale gestione commissariale e la modesta percentuale di attuazione del piano 2024-2026, (ad oggi risulta impegnata nell’anno corrente circa il 16% della spesa prevista)".

In sostanza secondo il collegio ministeriale su 451 milioni di opere mancherebbe la adeguata copertura. Da qui "il rischio del mancato completamento delle opere previste per lotti funzionali". Sui mutui, la sostenibilità dell’operazione di finanziamento c’è, ma "nel breve termine". Per il collegio si tratta di "risorse connotate da elevata incertezza, atteso che ad oggi non sono state fornite puntuali indicazioni circa la fonte della loro provenienza".

Un esempio: nel 2025 sono previste opere per un totale di 138 milioni di euro: di cui 50 cofinanziati dai privati e 71 coperti dai mutui. Di fronte a questi pesanti mutui il colleguo prevede un serio rischio di stabilità finanziaria che "comporta in prospettiva pesanti riflessi sulla situazione finanziaria dell’ente, basandosi, per la sua prevista completa realizzazione, sull’utilizzo di larga parte dell’avanzo finanziario previsto negli esercizi futuri a rimborso del mutuo necessario all’attuazione degli interventi programmati, oltreché su fonti di finanziamento pubblico allo stato non prevedibili".

Un piano che si basa "sull’utilizzo di larga parte dell’avanzo finanziario degli esercizi futuri, a rimborso del mutuo". Un allarme che era già stato lanciato da più parti nel corso della registrazione della Pisaniana, dove dall’onofrevole leghista Andrea Barabotti al presidente di Confartigianato Sergio Chericoni avevano evidenziato il problema. "Siamo in attesa dell’approvazione del Piano regolatore portuale ma non c’è un euro. Sono previsti 478 milioni di euro, ma non c’è nessun project financing e non ci sono richieste di finanziamento al ministero".

Cristina Lorenzi