REDAZIONE MASSA CARRARA

Biodigestore, c’è chi dice no. Comitati sulle barricate: "Difenderemo i cittadini"

La rete di realtà ambientaliste contraria al maxi impianto nell’area Cermec. Appello ai sindaci della costa: "Pronti a tutelare i nostri diritti nelle sedi opportune".

La rete di realtà ambientaliste contraria al maxi impianto nell’area Cermec. Appello ai sindaci della costa: "Pronti a tutelare i nostri diritti nelle sedi opportune".

La rete di realtà ambientaliste contraria al maxi impianto nell’area Cermec. Appello ai sindaci della costa: "Pronti a tutelare i nostri diritti nelle sedi opportune".

"Ci riserviamo fin da ora di agire nelle sedi competenti per tutelare inostri diritti di cittadini e contribuenti". Non le mandano certo a dire la rete di comitati, 17 per la precisione, contrari alla realizzazione del biodigestore sul territorio apuano. E indirizzano tutte le loro perplessità ai sindaci di Massa, Francesco Persiani e Carrara, Serena Arrighi. "Ci rivolgiamo a voi, nella vostra veste di primi responsabili della salute dei cittadini, auspicando che gli abitanti, memori degli errori delle politiche del passato in materia ambientale, abbiano un moto di ribellione pacifica riguardo alla decisione di installare in una area, che non si può che definire sacrificale (visto che sarà ubicato in un territorio Sin-Sir che detiene il primato dei tumori in Toscana un Biodigestore nel perimetro del Cermec, ovvero un grande impianto che tratterà 97.500 tonnellate di rifiuti organici l’anno, provenienti da 100 comuni di 4 province dell’Ato Toscana Costa – per produrre biogas/biometano che purtroppo di bio ha ben poco e non è sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e soprattutto in termini di salute".

"In un seminario il professore emerito dell’Università di Padova Gianni Tamino ha spiegato che “la produzione di biometano, nel suo complesso è molto onerosa e che sarebbe fallimentare senza i generosi incentivi statali, ha un basso rendimento energetico, non chiude il ciclo dei rifiuti perché produce rifiuti e non è rispettosa dell’ambiente, dato che produce inquinamenti. Si liberano rilevanti odori molesti, ma anche molti inquinanti gassosi generati da mezzi di movimentazione dei rifiuti, dal processo raffinazione del biogas e dal cogeneratore alimentato a metano. In una seconda iniziativa, promossa in partenariato con delle reti associative nazionali emerse che quello legato alla presenza di eventuali sostanze chimiche nella matrice delle biomasse conferite ai biodigestori. La Rete, nel giugno scorso ha sensibilizzato i candidati europarlamentari di tutta Italia ponendo l’accento sul fatto che il proliferare di societa (multiutility) miste private-pubbliche a cui vengono conferiti i servizi di gestione rifiuti e delle reti idriche urbane sta creando dei centri di monopolio territoriali che non mirano all’efficientamento dei servizi per i cittadini ma piuttosto al ritorno economico per il gestore che non e esposto che non si assume nessun rischio di impresa. Le tariffe, sia pur controllate da Arera, consentono loro di recuperare tutti i costi sostenuti, anche quelli attribuibili alle loro inefficienze e garantisce il margine lordo di impresa senza condizionarlo ad alcun obiettivo che salvaguardi l’interesse dei cittadini".

"E’ stata fatta una diffida a tutti e 100 i sindaci facenti parte di Retiambiente, tra i quali anche voi due, con la quale si invitavano gli stessi ‘ad astenersi per il futuro dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività che possano condurre ad un aggravamento delle condizioni di insalubrità ambientale. Finora, però, voi ed il mondo politico in generale, vi siete dimostrati lontani migliaia di anni luce dalle nostre legittime esigenze. Nessuno dei tre “papabili” per questo incarico a Retiambiente, tutti uomini di spicco della sinistra apuana, possiede la minima preparazione tecnico/ingegneristica necessaria".