Biodigestore Cermec. Preoccupazione Fit Cisl: "Silenzio assordante. Cosa fa la politica?"

Mannini: "A tre mesi di distanza dal vertice, non si sa più nulla". Il sindacato lamenta una mancanza di informazioni condivise:. "Esiste un cronoprogramma? Grave non averlo condiviso con noi...".

Biodigestore Cermec. Preoccupazione Fit Cisl: "Silenzio assordante. Cosa fa la politica?"

Biodigestore Cermec. Preoccupazione Fit Cisl: "Silenzio assordante. Cosa fa la politica?"

C’è ancora tempo per arrivare alla realizzazione del biodigestore al posto del Cermec, visto che non ci sono le scadenze impellenti del Pnrr, ma il silenzio ‘istituzionale’ preoccupa il segretario Fit Cisl Massa Carrara, Luca Mannini. Partiamo da un dato di fatto, di cui La Nazione si è occupata a lungo nei mesi precedenti: fra l’accordo ponte e la nuova Autorizzazione integrata ambientale, in cui a vario titolo rientrano RetiAmbiente, Ato Toscana Costa, Regione, Comuni di Massa e Carrara, Cermec, Asmiu e Nausicaa, prevede già un cronoprogramma ben delineato a partire da aprile: 7 mesi per tutta la parte progettuale, altri 7 mesi per realizzare bonifica e impianto di trattamento delle acque di falda poi 27 mesi per il revamping di realizzazione del biodigestore, per un totale di 3 anni e mezzo. La bonifica, nodo cruciale, secondo quanto consegnato da Cermec alla Regione in fase di Aia, non dovrebbe comunque iniziare prima di febbraio 2025. Nel frattempo, in vista del conferimento in Ato, Nausicaa dovrebbe scorporare il ramo ambiente.

Asmiu e Nausicaa saranno conferite come Società operative locale e in ciascuna di esse il rispettivo Comune trasferirà le proprie quote di Cermec. Dopo il passaggio delle Sol a Retiambiente, dovrebbero arrivare le risorse per le bonifiche. E’ evidente che siamo ancora nei tempi previsti dal cronoprogramma ma Mannini spinge sull’acceleratore, in particolare sul fronte Carrara dove serve un passaggio in più: lo scorporo del ramo ambiente di Nausicaa. Lo fa perché tutto tace dall’ultimo incontro del 4 aprile a cui avevano partecipato anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Preoccupazione che deriva anche dalla prossima entrata in funzione del nuovo biodigestore a Legoli, nel Comune di Peccioli, della società Albe "una joint venture partecipata al 50% da Alia Multiutility e al 50% da Belvedere Spa – incalza Mannini -. Un impianto che a fronte di un investimento di 71 milioni di euro da parte della proprietà, tratterà ben 97mila tonnellate l’anno di scarti organici provenienti dalla raccolta differenziata, produrrà ben otto milioni di metri cubi di gas biometano e permetterà l’assunzione di una quindicina di nuove maestranze. Un impianto che sarà in grado di trattare ogni anno, oltre a quanto sopra, anche 8mila tonnellate di verde derivante da sfalci e potature che daranno origine a 18mila tonnellate di ammendante compostato misto da utilizzare in agricoltura. Intanto i Comuni della nostra Provincia non riescono a trattare e portare avanti il finanziamento, le bonifiche e la realizzazione del Biodigestore Cermec con RetiAmbiente cui conferiremo, tra l’altro, il nostro impianto di smaltimento rifiuti e le nostre società di raccolta e spazzamento rifiuti. Secondo noi qualcosa non quadra: sarà forse meglio che la politica locale inizi a svegliarsi prima che il materiale organico derivante dalla raccolta differenziata dell’area vasta su cui opera Ato Toscana Costa vada ad arricchire e portare lavoro ad altri territori che, grazie ad un particolare acume politico, riescono a vedere oltre il proprio naso nell’interesse del proprio territorio?".