Bonus 600 euro dell’emergenza Covid19 destinato ai liberi professionisti messi in difficoltà economica dalla pandemia e dal lockdown, il caso sta ormai scuotendo un po’ tutta Italia. Oltre ai 5 parlamentari che ne avrebbero fatto richiesta, infatti, sarebbero circa 2.000 i politici finiti nel mirino dell’Inps e della polemica politica in tutta Italia fra consiglieri comunali e regionali, assessori e persino sindaci. E sembra che ci siano anche quattro amministratori della provincia apuana (con ruoli nelle varie giunte comunali) ad aver richiesto (e ottenuto) il bonus Inps da 600 euro. Certo, bisogna fare una distinzione netta perché ad esempio i consiglieri comunali non percepiscono indennità fisse per il loro ruolo politico ma un semplice gettone di presenza che dipende dalle sedute delle commissioni consiliari o dalle convocazioni del consiglio comunale. E’ chiaro quindi che con la politica delle attività consiliari ferma al palo in quei due mesi per l’impossibilità di fare consigli comunali e commissioni in presenza, qualche libero professionista si sia trovato in una doppia difficoltà economica: niente lavoro e neppure il gettone di presenza. Ben altro discorso riguarda invece assessori e sindaci che percepiscono invece una indennità di carica fissata per legge (variabile in base alla dimensione del comune che amministrano). E sarebbero 4 quelli della provincia apuana ad aver fatto richiesta del bonus 600 euro, la misura di emergenza contenuta nei decreti Cura Italia e Rilancio destinata alle partite Iva in difficoltà. Tutto legittimo, come ormai è chiaro, perché il bonus almeno all’inizio era stato concesso a pioggia senza grandi controlli o requisiti. Ma certo lascia qualche dubbio almeno sulla opportunità politica (e morale) di chi comunque stava percependo una indennità di carica politica nel pieno della pandemia e che quindi aveva comunque un introito garantito. Al momento tutte le bocche sono cucite, nessuno si sbottona anche se bisogna comunque limitare la platea solo ad amministratori pubblici in possesso di partita Iva, quindi liberi professionisti e non certo lavoratori dipendenti. Un fenomeno che sta portando alla luce diversi casi in tutta la penisola e sta scuotendo l’opinione pubblica. Per questo ci sono diversi politici che hanno preferito ‘autodenunciarsi’ pubblicamente, anche sui social. E chissà che anche i quattro amministratori della provincia apuana non decidano di farsi avanti, spiegando anche le loro ragioni che li hanno spinti a chiedere il bonus Covid19 per le partite Iva.
CronacaBonus Inps a quattro amministratori