Hanno dovuto chiamare il maggior esperto europeo delle borse “made in Louis Vuitton“ per stabilire se le borse in pelle sequestrate dalle “Fiamme Gialle“ ad un venditore marocchino a Marina di Massa erano vere o false. Ed erano talmente ben fatte che anche lui ha faticato non poco per capire che erano false. Tutto questo è accaduto ieri mattina in Tribunale a Massa. Davanti al giudice monocratico sono sfilati due testimoni dell’accusa: il primo era l’agente della Guardia di Finanza che il primo luglio del 2015 (purtroppo sono i tempi della giustizia italiana...) si trovò a Marina di Massa a sequestrare una serie di capi di abbigliamento ad un venditore abusivo: il classico “vu cumprà“ per capirci. Ebbene, oltre a magliette e scarpe da ginnastica con marchi chiaramente falsi, i finanzieri hanno notato quattro borse molto belle. E non capivano se erano vere o false. Alla fine a dire che erano false è stato l’esperto. "Ho dovuto lavorarci non poco – ha detto l’esperto – erano quasi perfette. La sola differenza erano i petali dei fiorellini: dovevano essere quattro per fiore, invece erano cinque. Ma non è stato facile vederlo perchè sono fiorellini minuscoli. E’ una copia sicuramente ben fatta".
Inutile, finora, il tentativo delle “Fiamme Gialle“ di sapere dove le borse sono state fabbricate. Il venditore ai tempi disse di non saperlo e ora è irreperibile. Tanto che per difenderlo lo Stato ha dovuto nominare un difensore d’ufficio. Prossima udienza a settembre.
Andrea Luparia