
di Andrea Luparia
C’era una volta la Cassa di Risparmio di Carrara e soprattutto c’era una volta una città (ed un territorio) che aveva i centri decisionali più o meno sotto casa. Poi la Cassa di Risparmio passò “armi e bagagli“ sotto la Cassa di Risparmio di Genova (con gli applausi di tanti big, è bene ricordarlo e il “cervello“ dell’istituto di credito finì a Genova. Ora però, dopo le note vicissitudini di Carige, anche quella banca sta per passare ancora di mano e i candidati più forti al momento sembrano due: il gruppo Bper e il gruppo Crédit Agricole Italia. E se vincesse quest’ultimo, almeno una fetta del cuore e del cervello di quella che una volta era la banca della provincia apuana finirà, almeno in parte, in Francia. Più o meno come è accaduto alla limitrofa Cassa di Risparmio della Spezia, per capirci. Con i pregi e difetti che questo comporta. La notizia del possibile arrivo dei francesi è filtrata ieri mattina e subito dopo i telefoni dei dirigenti sindacali di Cisl, Cgil, Uil e Fabi hanno cominciato a squillare. Perchè passare da un gruppo bancario all’altro non è roba da poco, per chi in quella banca lavora da anni. E gli apuani che lavorano in Carige sono circa 200, nelle agenzie del nostro territorio, in quelle in Liguria o anche più lontano. Senza dimenticare, ovviamente, chi nella nostra provincia ha un conto corrente oppure chi ha contratto un mutuo o un prestito.
"Come sindacato per adesso abbiamo le notizie che hanno gli altri – spiega un dirigente sindacale che chiede l’anonimato per la tensione che si respira in Carige – ed in questi casi a noi tocca gestire le ricadute sui lavoratori. Da una prima, sommaria analisi, passare nelle mani del gruppo Bper oppure del gruppo Crédit Agricole Italia significa, in entrambi i casi, affrontare situazioni che hanno sia vantaggi che svantaggi. I problemi sono dove ci troviamo con delle sovrapposizioni. Ma la situazione è a macchia di leopardo in entrambi i casi. Diciamo che sono possibili sia ricadute positive che negative. Come sindacato in questo momento non abbiamo preferenze ma dobbiamo valutare bene tutte le informazioni. E finora non ne abbiamo molte". Molto dipenderà da quanto sarà contenuto nella legge di Bilancio che il Parlamento dovrà approvare a breve (dovrebbe essere entro fine mese) e nella quale sarebbero contenute le norme che favorirebbero la vendita della banca ligure. Domani comunque si dovrebbe sapere qualcosa di più perché è convocato il consiglio di amministrazione del Fondo Interbancario. L’unica cosa certa è che il futuro di tanti posti di lavoro ormai non si decide più a Carrara (o comunque in provincia) ma altrove. Perché se vincerà il gruppo Bper è da tener presente che l’azionista di riferimento è Unipol. E anche in questo caso i chilometri da fare, partendo da Carrara, per parlare con chi deciderà le sorti delle agenzie presenti sul territorio non sono pochi. E’ vero che Parigi è decisamente più lontana, ma comunque non siamo più a Carrara.