Business dei matrimoni. Caccia a palazzi e ville per riti e unioni civili

Pontremoli, sempre più richieste e il Comune va in cerca di palazzi di pregio. Ferri: "E’ un comparto che ha ricadute importanti sull’economia locale".

Business dei matrimoni. Caccia a palazzi e ville per riti e unioni civili

Business dei matrimoni. Caccia a palazzi e ville per riti e unioni civili

Il turismo legato al wedding, ovvero ai matrimoni civili può diventare un business e il Comune di Pontremoli intende ampliare l’offerta delle location che offrono sfondi indimenticabili dentro i quali scattare l’ormai tradizionale selfie al profumo di fiori d’arancio. Per questo ha pubblicato un avviso esplorativo per trovare immobili di rilevanza storica, culturale, artistica e paesaggistica in cui celebrare matrimonio col rito civile.

Di fronte a una marea di richieste giunte sia da cittadini residenti che da turisti, il Comune ha deciso di lanciare l’iniziativa per allargare il numero delle sedi alternative già scelte nel recente passato, limitate alla Villa Dosi, al Castello, alle Stanze del Teatro della Rosa e all’ex Convento della S.S. Annunziata. E’ un mercato di nicchia, che però può muovere fatturati significativi. "Quello del wedding – dice il sindaco Jacopo Ferri – è un comparto che ha ricadute su molti settori dell’economia, dai trasporti all’accoglienza, dalla ristorazione all’abbigliamento, fino alle acconciature". L’esperienza si è toccata con mano in diverse occasioni, l’ultima delle quali a Medievalis, lo scorso agosto, quando un matrimonio vero travestito da fumettone storico è andato in scena nel corso dell’evento tra Palazzo Dosi Magnavacca e la piazza interna del Comune. La coppia di sposi aveva deciso di utilizzare l’ormai tradizionale saga tra guelfi e ghibellini per pronunciare il tradizionale ’sì’ in costume d’epoca con tanto di corteo che si è mosso al ritmo dei tamburi della Compagnia del Piagnaro.

E’ rimasta nella memoria una cerimonia di due giovani americani che dalla "Grande Mela" avevano scelto a Pontremoli per incrociare i destini della vita sotto gli affreschi settecenteschi del barocco pontremolese di Villa Dosi Delfini. Un matrimonio da ricordare quello di Giulia (originaria di Comano) e Dennis approdati all’ombra del Campanone, dopo aver ammirato su internet la villa della famiglia Dosi che ha infranto i cuori dei due giovani. Da 21 paesi erano arrivati 150 invitati: un vero e proprio melting pot di lingue, etnie e culture diverse.

Sono diversi i palazzi pontremolesi che potrebbero diventare la scena per le unioni. Particolarmente ricercato è il giardino barocco della Villa Pavesi Negri di Scorano premiato dall’Unesco per la suggestione delle forme e la purezza del restauro. In primo piano l’arte topiaria che scolpisce siepi di bosso trasformando il giardino in una rassegna dello stupore: tra riccioli e volute che mandano messaggi criptati a statue e fontane, in un trionfo di colori, profumi, sapori e scorci apprezzabili anche d’inverno. L’aveva creato così l’architetto Giovan Battista Natali, scultore e pittore del periodo tardo-barocco molto apprezzato nelle varie corti italiane del Settecento, un vero principe della prospettiva. Indimenticabile resta l’iniziativa dei primi anni Duemila dell’allora sindaco Enrico Ferri che aveva lanciato la luna di miele gratis al castello del Piagnaro. Gli sposi che venivano a celebrare il matrimonio nel territorio comunale pontremolese e naturalmente anche a consumare il tradizionale pranzo nuziale erano ospitati per tre giorni nella foresteria nel Castello del Piagnaro dove già avevano dormito nel marzo del 1471 il duca Galeazzo Maria Sforza e la moglie Bona di Savoia di passaggio a Pontremoli. Una coppia era approdata al Piagnaro addirittura dalla Nuova Zelanda per una "strambata" d’ amore nella terra della Luna… di miele. La sfida velica di Luna Rossa a New Zealand nel golfo di Hauraki aveva aperto un canale turistico con l’Italia.

Natalino Benacci