ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Caccia ai tesori sotto la chiesa. Reperti preziosi e reliquie. Verso una campagna di scavi

Summit di studiosi e docenti universitari a San Terenzo Monti, progetto al via. Riflettori sulla cripta che custodisce segreti legati alla Seconda Guerra Mondiale.

l centro l’architetto Stefano Calabretta con docenti e studiosi nella chiesa

l centro l’architetto Stefano Calabretta con docenti e studiosi nella chiesa

Un nutrito gruppo di studiosi e professori universitari si è riunito a San Terenzo Monti nel contesto di una visita mirata allo studio della locale chiesa parrocchiale, intitolata all’omonimo Santo, risalente al 728, realisticamente la più antica della Lunigiana. Erano i componenti il comitato scientifico del progetto ’L’atlante dell’architettura pievana della Lunigiana’.

L’interesse degli studiosi prevederebbe una campagna di scavi attorno questo tempio, specie nello spazio fra l’edificio parrocchiale e la limitrofa chiesa della Madonna della Rosa. Particolare interesse ha suscitato la cripta sottostante il pavimento della chiesa di San Terenzo. Di essa si hanno testimonianze di come, fino all’Editto di Saint Cloud, vi venissero inumati i corpi dei defunti e del fatto che 80 anni fa, nella primavera del 1945 al ’passaggio del fronte’ tre coraggiosi abitanti ne aprirono la botola per andarvi a nascondere le reliquie di San Terenzo e i preziosi oggetti sacri presenti nella chiesa. Vennero utilizzate 3 “scale grandi“ di legno per scendervi all’interno; si presume un’altezza dai 20 ai 30 metri. I paesani utilizzarono delle fiaccole per calarsi nella cripta e vi stettero giusto il tempo necessario per potervi celare reliquie e preziosi reperti. Sarà avvincente, dopo che la Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio avrà dato la propria autorizzazione alle opere di scavo, scoprire cosa potrà venire alla luce in questa chiesa che, sorta ai primordi della cristianità, è sopravvissuta a secoli bui, attraversando poi Medioevo, Feudalesimo, Rinascimento fino a giungere al Novecento, dove certi spazi vennero utilizzati come deposito di armi dalla Resistenza e nell’aprile del ’45, nell’infuriare della battaglia fra tedeschi e alleati, quest’ultimi non esitarono armi in pugno a interrompervi una funzione religiosa nell’intento di catturarvi soldati nazisti che vi s’erano nascosti all’interno.

Il gruppo era composto da Stefano Calabretta, l’architetto che ha proposto e coordina il progetto, don Emanuele Borserini, direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi di Massa, l’architetto Augusto Marchioni per la Diocesi di La Spezia. Presenti i docenti dell’Università di Pisa Anna De Falco, Claudia Aveta, Paolo Sabatini Bertoncini; i docenti dell’Università di Genova Fabrizio Benente e Andrea Pollastro. Inoltre c’erano Fabio Baroni, Eliana Vecchi, Mariano Lallai, Franco Bonatti e Federico Franceschi, segretario del comitato. Assenti giustificati: Giuseppe Benelli e Riccardo Boggi. Hanno portato il loro saluti Maria Grazia Tortoriello, vicepresidente della Provincia e delegata del Comune di Aulla, Mattia Leonardi sindaco di Casola e Marco Varese, assessore in rappresentanza del sindaco di Fivizzano. Fra i temi affrontati la costituzione di un partenariato a cui invitare i Comuni dei territori di Massa e La Spezia, le curie e le Province. E, nell’immediato, l’apertura di indagini archeologiche mirate e utili allo sviluppo del progetto.

Roberto Oligeri