
’Caccia’ alle tartarughe Operazione al Lago di Porta per salvare l’ecosistema
Al Lago di Porta si va a caccia di… tartarughe. Quelle palustri americane, per l’esattezza, che appartengono al genere Trachemys. E per catturarle si usano delle zattere speciali: si tratta di trappole galleggianti, di fatto, studiate apposta per riuscire a prendere le tartarughe vive. L’obiettivo è riuscire a tenere sotto controllo questa specie esotica invasiva che danneggia l’ecosistema del Lago di Porta con la sua presenza. Talmente invasiva che il Ministero dell’ambiente ha dedicato un ‘Piano nazionale per la gestione della testuggine palustre americana’: una specie arrivata in Italia soprattutto attraverso il commercio, venduta come animale di compagnia. Quando le persone si stancavano di prendersene cura l’abbandonavano nella natura ma nel clima Mediterraneo ha trovato le condizioni ideali per crescere e moltiplicarsi finendo col rappresentare una seria minaccia per le popolazioni in via di estinzione delle specie di tartarughe autoctone, oltre a influire negativamente sulle comunità acquatiche degli ambienti colonizzati attraverso la predazione di una grande varietà di specie animali, tra cui insetti acquatici, crostacei, pesci e anfibi, e nutrendosi anche di vegetazione acquatica. Tartarughe che hanno ‘colonizzato’ anche il Lago di Porta e il contenimento della specie rappresenta una delle zioni principali del Contratto di Lago, oltre al Gambero della Louisiana e la nutria. Nell’estate del 2022 il tentativo di cattura con reti non ha funzionato bene. Molto meglio l’esperimento avviato in primavera con le zattere o trappole galleggianti: il metodo funziona, permettendo di controllare la cattura nelle zattere ogni 2 o 3 giorni. Le tartarughe catturate, vive, vengono poi trasferite al Centro dei Ronchi gestito dall’associazione L’Assiolo. A gestire il servizio di cattura è invece la ditta Salvambiente Servizi di Cascina.
Intanto un nostro lettore segnala il sempre peggiore stato del ponticello di legno sul torrente Montignoso che permette di collegare Cinquale al Lago di Porta e poi Renella. "Segno che nessuna manutenzione viene fatta sull’infrastruttura usata tra l’altro da parecchie persone. Da una tavola parzialmente mancante spunta una vite potenzialmente pericolosa e le tavole risultano con buchi e usurate. Alle due estremità, poi, creano degli scalini potenzialmente fastidiosi per passeggini e portatori di handicap. Due tavole (una per estremità) con inclinazione a 45 gradi sarebbe un piccolo ma utile accorgimento".