GIANLUCA BONDIELLI
Cronaca

Nuovo dpcm anti covid, rabbia delle scuole calcio: "I bambini trattati come untori"

Team giovanili in ansia per il loro futuro: c’è chi ha sospeso le attività in attesa di chiarimenti dalla Federazione

Una partita di calcio giovanile

Massa Carrara, 20 ottobre 2020 - Incertezza e perplessità. Sono questi gli stati d’animo che accomunano le società locali che svolgono attività dilettantistica o di settore giovanile. Quasi tutte hanno scelto di sospendere l’attività in attesa di chiarimenti da parte della Federazione.

"Abbiamo annullato gli allenamenti – spiega Danilo Lorieri , presidente dello storico sodalizio del San Vitale Candia - e aspettiamo di capire cosa ci dirà la Federazione. L’intenzione è di continuare, se si potrà. Sembra che si ritornerà agli allenamenti con distanziamento sociale, all’impossibilità di fare la doccia al campo. Stiamo andando avanti tra mille difficoltà ma fermarsi del tutto sarebbe ancora peggio. Non capisco, però, questo blocco soltanto per le giovanili e non per i dilettanti. Sembra che siano i bambini "gli untori" ed i soggetti più a rischio contagio quando l’evidenza ci dice il contrario. E’ grottesco poi che una squadra di Seconda Categoria possa continuare ad allenarsi normalmente e una di Terza no". Porte chiuse per il momento anche alla Tirrenia.

"Aspettiamo delle linee guida dalla Federazione – dichiara il presidente Cesare Nicolini – se quello che verrà proposto sarà sostenibile andremo avanti. Noi per il momento abbiamo deciso di restare fermi con gli allenamenti in attesa di nuove comunicazioni e sulla base di queste prenderemo una decisione collegialmente". Si spinge oltre Roberto Pucci , presidente del Romagnano: "O si blocca tutti o non si blocca nessuno. Se Prima e Seconda categoria vanno avanti non capisco perché non lo possano fare i campionati dei ragazzini. E’ troppo importante non togliere lo sport ai bambini. Se la scuola va avanti dovrebbe poter proseguire anche quest’attività che è altrettanto formativa. Oltretutto noi società abbiamo già preso tutte le misure precauzionali, conosciamo i protocolli e li stiamo attuando. Bisogna dare uno sfogo e uno svago a questi ragazzi. Sono dell’opinione che bisogna imparare a convivere con questo virus. Si trova un positivo in una squadra? Si rimane fermi e poi si riparte. Non si può continuare a spaventare la gente e a toglierle tutto. E a dirlo è una persona che a marzo questo virus lo ha vissuto sulla sua pelle e posso confermare che è vero e forte". Tra le società che ha scelto da subito di continuare ad allenarsi c’è il Poggioletto.

"Continuiamo come si faceva all’inizio – spiega il responsabile Mariano Zaccagna - Siamo ritornati indietro. Prendiamo questi provvedimenti come un’opportunità per tornare lavorare sul gesto tecnico avvalendoci di metodologie tipo i circuiti che ci permettono di controllare il distanziamento. Personalmente sarei stato d’accordo su una chiusura temporanea totale per capire come si muove il virus ma non capisco certe differenze. Perché ad esempio le palestre e le piscine si e le scuole calcio no? Perché i campionati regionali si e quelli provinciali no? Dovrebbe essere il contrario visto che nelle competizioni in cui si ci muove per mezza Toscana il rischio di contagio è più alto rispetto a quelle che si svolgono nella stessa provincia. Le statistiche dicono che i veri contagi si verificano tra ragazzi dai 16 anni in poi e non a scuola e in ambienti protetti come i campi sportivi, dove le percentuali sono bassissime, ma in altri ambiti non controllati. A Poggioletto finora non abbiamo avuto nessun caso di covid. Non perché siamo più bravi di altri ma perchè attuiamo il protocollo le famiglie fermano i propri figli appena riscontrano qualche sintomo influenzale".