ROBERTO OLIGERI
Cronaca

In chiesa accanto alla bara: l'estremo saluto di Franz al suo padrone

A Marciaso ha colpito tutti la commovente storia di un meticcio e di un muratore

Franz, il meticcio nero che «accarezzava» la bara del padrone

Massa, 13 aprile 2017 - «DICONO che gli animali non hanno un’anima... non ci credo». Senza arrivare a San Francesco, bastano queste parole di James Herriot per fornire una chiave di lettura a quanto accaduto lunedì scorso a Marciaso, un borgo appollaiato fra le vallate dei torrenti Pesciola e Bardinello, dove ogni sasso trasuda storia. Siamo a due passi da Pontevecchio, luogo di ritrovamento delle statue stele, e dalla necropoli del Guerriero di Pulica, territorio di scontri fra i liguri-apuani e le legioni di Roma. Un paese speciale Marciaso, come i suoi abitanti: è il caso di Paolo Forti, muratore del posto che diversi anni fa scopre, abbandonato in una cantina in disuso, un cane. Un meticcio nero con un muso che assomiglia al Flok del Comandante Mark, nei fumetti dell’indimenticabile Sergio Bonelli.

La bestiola è brutalmente legata con il filo di ferro ad un’inferriata del locale, disidratato, affamato, ridotto pelle ed ossa. Paolo non perde tempo: libera l’animale, lo porta a casa, lo rifocilla, lo tiene con se e gli da un nome: ”Franz”. Da quel momento, fra l’uomo e il cane si stabilisce un legame indissolubile. L’animale segue Paolo ovunque, quasi fosse la sua ombra. Una storia di comprensione e fedeltà che termina, purtroppo, sabato scorso nell’ospedale di Fivizzano dove il muratore di Marciaso, vinto dal male, si spegne a soli 65 anni.

Già nel primo pomeriggio di lunedì, giorno dei funerali Franz è, inquieto, sul sagrato della chiesa. All’arrivo del carro funebre, fra tanta gente, il fido animale si avvicina al mezzo, annusa l’aria, uggiola ed entra in chiesa: a fianco del feretro del suo amato padrone. All’interno del luogo di culto, dedicato a San Bartolomeo, nessuno scaccia il cane: nè la folla di parenti e amici venuti a rendere l’ultimo saluto a Paolo, nè don Francesco, il parroco della borgata che ben conosce l’antico legame che univa lo scomparso a Franz. E il cane non solo non arreca il minimo disturbo durante la santa messa, ma immobile resta di guardia a fianco della bara.

Più volte fra la commozione generale di tutti i paesani, vi pone sopra le zampe anteriori in maniera composta, lieve. Autentiche carezze per stabilire l’ultimo contatto con l’amato padrone che se ne va. Il comportamento del fedele quattro zampe non viene meno al termine della funzione, quando il corteo s’incammina verso il cimitero del paese a circa un chilometro di distanza. Franz precede il carro funebre e nel camposanto si colloca nuovamente a fianco della bara fino al momento della tumulazione. A curarsi amorevolmente di lui restano la sorella e il figlio di Paolo, “l’umano” che tanti anni fa l’aveva salvato da una fine atroce .