REDAZIONE MASSA CARRARA

Cane pastore apuano La scommessa di Bruna

Per anni gli animali hanno seguito la riduzione della pastorizia, rischiando l’estinzione. Poi sono stati recuperati in extremins da un gruppo di appassionati

Fino agli anni Settanta era un classico poterlo ammirare, durante la buona stagione sulle balze di Campocecina, alla foce di Vinca e durante l’inverno nelle località più miti della Lunigiana, nelle vallate dei torrenti Pesciola e Bardine, dove i pastori portavano in transumanza le pecore. Lui, il cane pastore apuano, mai un minuto fermo, animato da una frenesia senza pari, costantemente alla guida delle greggi composte dalle pecore di razza massese, in compagnia del pastore con l’eterno, ampio ombrello di incerato verde legato alla schiena con lo spago. Poi, questo instancabile conduttore d’armenti, che trascorreva la propria esistenza notte e giorno a contatto con le pecore, aveva seguito la inarrestabile sorte legata alla drastica riduzione della pastorizia, rischiando addirittura l’estinzione. Recuperato in extremis da un nucleo di appassionati intenditori e amanti della razza, oggi il pastore apuano è risorto a nuova vita, impiegato non solo per la sua professione svolta dalla notte dei tempi nelle superstiti aziende silvo-pastorali della Lunigiana e della montagna apuana, ma pure per la guardia della casa, la protezione del padrone, della proprietà e degli affetti. E’ un cane con spiccato senso della territorialità, il cane pastore delle nostre Alpi Apuane, animato da una vitalità straordinaria, sempre in movimento pronto a ricondurre nel branco la pecora riottosa, è certamente un animale.

E’ inoltre una razza canina, riconosciuta ufficialmente dall’Ente nazionale della cinofilia Italiana, di notevole bellezza. A darne ulteriore prova è stata Maia, la proprietaria è Bruna Donati di San Terenzo Monti (Fivizzano), una fattrice proveniente dall’allevamento ’Apuo-Ranch’ delle Prade, lungo la strada per Ponzanello, che ha dato alla luce una cucciolata di ben otto splendidi cuccioli in purezza, figli dello stallone Eros dell’allevamento Rio Trigoli. I cuccioli, vitalissimi e di svariati colori, hanno ormai due mesi di vita, già tutti prenotati, sono animati da un’energia incontenibile. Li attende una vita a stretto contatto con la natura dove le ancestrali doti di cane da pastore di cui è dotato il loro dna,li porteranno non solo a vigilare sulle greggi, la casa e i mezzi del padrone, ma pure a combattere contro i predatori, pronti ad attaccare il gregge che gli è stato affidato.

Un compito che assolverà a rischio della propria incolumità, della sua vita pur di difendere i beni del proprio padrone , l’amico umano al cui fianco dalla notte dei tempi è giunto fino a noi per svolgere con travolgente entusiasmo l’antica arte della pastorizia.

Roberto Oligeri