
Canevara, tra incuria e pericoli Sos dal borgo crocevia per i monti
Canevara è un piccolo borgo di fondovalle sparso alle spalle di Massa, il primo che si incontra salendo lungo la strada provinciale di via Bassa Tambura. Case che si arroccano da un lato scavalcando il Frigido, dall’altra si inerpicano sul versante tagliato dall’asfalto. Canevara si trova sin dalla sua nascita a un crocicchio. Qui convergono ancora oggi come in passato le strade degli altri paesi di montagna, della vallata interna del Frigido fra Antona, Altagnana e Pariana: ha il fascino di quella che potremmo definire una ‘stazione di posta’ per chi affronta le montagne. Ed è qui che ancora oggi si trovano una farmacia e l’ufficio postale della vallata.
Un borgo di 500 anime che d’estate quasi raddoppiano. E quell’incontro di vie, attraversate anche dai bisonti del marmo avrebbe bisogno di più. Merita di più. Servizi prima di tutto, parcheggi che mancano come il pane per far respirare via Tambura che taglia il due il paese trasformandosi in un pericoloso imbuto. Poi piccole attenzioni per fare della porta che collega Massa con la vallata del Frigido un centro vivo e vivibile. Lo chiedono gli abitanti che credono nelle potenzialità del paese e che per anni si sono armati di tanta pazienza ma che ora inizia a esaurirsi.
Il primo a parlare è Libero Silvani, un po’ il portavoce della protesta, e parte dal tema caldo per il paese: i parcheggi. "Non si capisce dove inizia la strada comunale e dove quella provinciale – dice –. Così nessuno viene a delimitare con le strisce bianche i parcheggi. Eppure qualcuno ha avuto l’autorizzazione per disegnare quelle gialle per carico e scarico o riservate ai disabili. Allora si possono fare e servirebbero a dare un po’ di regole e disciplina". Non vogliono il parcheggio sotto casa, già oggi sono costretti a volte a trovare un posto sulla salita che porta al cimitero dietro lo stabilimento di Evam.
E una soluzione ci sarebbe: sfruttare la segheria chiusa e abbandonata da decenni. "Il progetto in passato c’era – ricorda Silvani –, realizzare un centro in cui spostare la farmacia e le poste, creare parcheggi. Ma il Comune non aveva mai trovato l’accordo con il proprietario. Ora c’è il figlio che sembra sia disposto a trattare ma quanto è disposto a investire il Comune qui?". Sarebbe un’area ideale per dare respiro e vitalità al borgo visto anche come porta verso la montagna.
L’altro problema di Canevara sono le scale che nel borgo oltre il Frigido salgono verso la chiesa: "Dovevano realizzare una sorta di scivolo con livelli calmierati per permettere anche a disabili, soccorsi e a chi ha problemi di deambulazione di poter salire. Hanno fatto 10 metri di lavoro e si sono fermati per realizzare le tubature che risalgono al dopoguerra" sottolinea Paolo Grassi. "I soldi sono stati stanziati dal Comune, circa 50mila euro – precisa Fernando Duchi –, ed è anche ben progettato. Si è fermato tutto perché è iniziato un confronto fra Comune e Gaia e i lavori sono bloccati da 7 od 8 mesi".
Canevara poi è il borgo conosciuto per la sua acqua che sgorgava copiosa dalle fontanelle pubbliche. Quelle di Evam e soprattutto la Levata del Governo lungo la provinciale. Ancora entrambe chiuse da anni. "Hanno riaperto San Carlo e il Biancolino – evidenzia Gioacchino Bastiano – e questa ancora no. Possiamo sapere perché? Qui venivano anche da Viareggio a prendere l’acqua. Se c’è un’acqua buona e pulita è questa e io le ho provate tutte".
Fra le altre piccole attenzioni, Barbara Pardini evidenzia la pulizia della strada: "Non esiste più un fossetto pulito in via Bassa Tambura. Tagliano l’erba una volta l’anno. Le fossette vanno pulite, le erbacce crescono incontrollate e quando piove la strada diventa un fiume, franano i poggi e cadono gli alberi". Infine i cassonetti: qui ci sono ancora i vecchi cassonetti stradali utilizzati dagli incivili per abbandonare di tutto.
Francesco Scolaro