
Si riscoprono i canti, popolari, estemporanei, immersi nella cultura contadina di un territorio magico e leggendario come la Lunigiana. Dodici brani sono stati selezionati dal produttore musicale Eddy Mattei come omaggio alla memoria di Enrico Ferri, già sindaco di Pontremoli dal 1990 al 2004. La presentazione dell’antologia che contiene oltre ai file audio anche un pdf con i testi e spiegazioni riguardanti musiche e canti, si svolge stamani alle 11.30 in Sala dei sindaci. Mattei ha alle spalle lunghe ricerche sulle tradizioni musicali del territorio, iniziate con lo studio del Canti del Maggio e poi seguendo le tracce delle canzoni di paese pubblicate nel disco “‘l corno e ‘l violin” (2000). Quando l’arte popolare si manifestava in musica, il pentagramma della tradizione lunigianese si affidava all’ocarina, al mandolino, alla chitarra, al violino e soprattutto alla fisarmonica. I brani sono “La sonata di Pidin”, “Il Maggio di Montereggio”, “Filastrocche”, “Al Campanun”, “ Filastrocche del Merizzo”, “Canti alla rovescia”, “La pastorella di Rossano”, “La balerina d’la Jera”, “Valzer di Bricca”, La Giga di Zeri”, “Serenada a Puntremal”, “Maggio di Corlaga”. Le registrazioni prendono il via con un brano suonato nella Valle del Verde ed eseguito dal fisarmonicista Pietro Lusardi di Vezerada, che propone anche i valzer di Bricca, contadino musicista della Valle del Verde. Di seguito i canti del maggio di Montereggio, intonati dai paesani per festeggiare la primavera. Poi le antiche filastrocche riprese e messe in musica dal menestrello della Lunigiana Bugelli con la malinconia come segno distintivo del canto del menestrello di Panicale. Dense di nostalgia le canzoni pontremolesi “Al Campanun” scritta nel 1924 da Luigi Poletti ( 1864-1967), “Serenada a Puntremal” di Giovanni Bellotti (1889-1968) e “La balerina d’la Jera” di Danilo Pinotti, interpretate dalla splendida voce di Vincenzo Arcari. Il gruppo spezzino di musica popolare “Tandarandan” interpreta le “Filastrocche del Merizzo” e “La Giga di Zeri”, dal timbro irlandese importato dagli emigrati di ritorno dal Nord America a fine ’800. Infine una melodia zerasca: “La pastorella di Rossano”.
Natalino Benacci