
Carcere, ancora acque agitate Niente servizio di mensa per la polizia penitenziaria
Non si ferma la protesta dei lavoratori del carcere di Massa. Non avendo ancora ottenuto risposte sulle criticità sollevate da mesi, dopo lo stato di agitazione i sindacati in maniera unitaria hanno indetto un’altra manifestazione: l’astensione dalla mensa di servizio da parte del personale di polizia penitenziaria per i giorni dal 28 al 30 giugno. Nell’informativa, firmata da Sappe, Osapp, Uilpa Pp, Uspp e Cgil e inviata al provveditore regionale per Toscana e Umbria, alla direzione della casa di reclusione, per conoscenza anche al Ministero della Giustizia e al Prefetto Aprea, i sindacati ripercorrono tutto quello che non va nella casa di reclusione di Massa e le richieste ancora senza risposta: "La mancata decongestione di un’aliquota di detenuti, di cui i facinorosi che non si adattano al regime penitenziario della casa di reclusione di Massa, rinomata per la sua innata vocazione al benessere intramurale dei ristretti e all’alto indice trattamentale offerto a tutti i detenuti. Inoltre, tale sovraffollamento, come già appurato, è motivo di accoglimento dei ricorsi presentati dai detenuti in merito alla violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che incidono anche economicamente a spesa dell’erario". Questo il primo motivo, forse il più urgente. Ma bisogna anche rivedere "la pianta organica del personale di polizia penitenziaria: oltre ad essere carente di numero in tutti i ruoli, è resa ancora più critica dal personale andato in quiescenza, non è più adeguata per coprire i posti di servizio". In merito alla carenza di personale, inoltre, i sindacati chiedono a tutti di farsi promotori affinché "si valuti l’assegnazione alla carcere di Massa di un congruo numero di personale di polizia penitenziaria appartenenti al 181° corso, in fase del termine del corso di formazione".